(AGI) - Milano, 5 giu. - Addio ad Antoine Bernheim, il grandeprotagonista del mondo finanziario francese e italiano degliultimi 40 anni, amico di Enrico Cuccia, gia' al vertice dellabanca d'affari Lazard, a lungo presidente delle Generali e vicepresidente di Mediobanca. La morte di Bernheim, nato nelsettembre 1924 e dunque 87enne, giunge a soli due anni dallasua vera uscita di scena, il traumatico e assai combattutoallontanamento dalla presidenza della compagnia triestina perlimiti d'eta' che lo aveva 'condannato' alla pensione. Quasisimbolicamente inoltre, Bernheim scompare solo tre giorni dopola cacciata dalle Generali di Giovanni Perissinotto, il managerche insieme a lui e a Sergio Balbinot ha costituito il'triangolo' alla guida del Leone dal 2002.Bernheim appartenevaalla grande borghesia ebrea francese. Figlio di Leonce Bernheime di Renee-Marcelle Schwob d'Hericourt, inizia a lavorarepresso Bourjois, un'azienda di cosmetici della famigliaWertheimer. Negli anni '60 entra in contatto con il banchiereAndre' Meyer e dal 1967 diventa partner della prestigiosaLazard per cui segue dapprima il settore immobiliare e poiquello assicurativo. Dagli anni '70 si fa vedere sempre piu'spesso in Italia dove stringe rapporti con Enrico Cuccia,presidente di Mediobanca, con cui Lazard costituisce lamisteriosa finanziaria Euralux, su cui il velo verra' alzatosolo molti anni dopo, che raggruppa un robusto pacchetto dititoli Generali. Da questo momento la sua storia si intrecciacon Trieste e con via Filodrammatici (ora Piazzetta Cuccia)dove ha sede Mediobanca. Nel 1973 entra nel consiglio delLeone, nel 1990 ne diventa vice presidente; in Mediobanca e'vice presidente dal 1988. Amante del bridge, poco mondano,Bernheim frequentava Crans sur Sierre, dove possedeva unochalet. Legato a Cuccia da una solida amicizia, tanto che ilbanchiere siciliano e' testimone del matrimonio della figliaMartine con il nobile Napoleone Domenico Orsini. Lo stessoOrsini che lo scorso mese ha preso la parola all'assembleadelle Generali per cercare una tregua nel contenzioso economicoavviato da Bernheim dopo la sua uscita dal gruppo. Ilbanchiere diventa sempre piu' 'italiano' - anche se finoall'ultima assemblea, quella del 2010, continuera' sempre aesprimersi in francese - assumendo la presidenza delle Generalinel 1995, fino al 1999, quando viene estromesso. "Procurai algiovane Gerardo Braggiotti, proveniente da Mediobanca, un postoin Lazard - spiega poi in un'intervista - loro sospettarono chevolessi sfilare a Mediobanca i maggiori clienti. Stupidaggini,sia Maranghi che Cuccia mi hanno poi chiesto scusa". Nelsettembre 2002 torna pero' in sella, prendendo il posto diGianfranco Gutty, in uno dei numerosi 'regicidi' che hannosempre costellato la storia di Generali. Da allora, per ottoanni, con Perissinotto e Balbinot, si instaura a Triesteun'epoca di tranquillita' e di crescita, i cui risultativengono sempre vantati dal banchiere francese. Nel 2010 ilcommosso addio: Bernheim, 85 anni, non viene inserito nel cdain via di rinnovo e lui polemicamente si sfoga in un lungointervento in assemblea: "Non sono un vecchio rimbambito -afferma - Cuccia guidava Mediobanca a 93-94 anni. Ho fatto unlavoro molto buono, ma ho dei nemici". E in un'intervista al'Piccolo' quasi presagisce la fine non lontana: "Dal giornodopo l'assemblea per me sara' una prova tremenda chiedermi cosafaro'. Forse e' vero che sono vecchio, ma per vivere occorrefar girare i neuroni e io ho bisogno di lavorare. In Lazard hovisto tanti presidenti di aziende grandi e grandissime chequando incontravo magari per caso due anni dopo la loropensione parevano relitti umani". La presidenza onoraria delleGenerali, la passione per il bridge non gli bastano, e propriodue anni dopo il forzato allontanamento giunge l'addio. (AGI).