AGI - In sessantamila in delirio allo stadio Olimpico di Roma per il concerto di Marco Mengoni di ieri sera. Un ritorno nella capitale dopo un anno tribolato, anche a causa della perdita dell'amata mamma, Nadia Ferrari, scomparsa lo scorso 22 settembre a 65 anni dopo una lunga malattia.
Il cantautore di Ronciglione ha ringraziato il pubblico romano e con voce strozzata dall'emozione ha detto: "Avevo molta paura di affrontare Roma un'altra volta dopo questo anno passato. Adesso sto qui e vi ringrazio tantissimo, grazie a tutti per avermi creduto e per avermi aspettato, per aver dato tempo a me e al mio povero cuore di riprendersi un po'", ha aggiunto asciugandosi le lacrime.
Un momento di grande emozione prima di ripartire con una versione a cappella del suo fortunatissimo 'L'essenziale'.
Nel concerto c'è stato tempo anche per una risposta ironica agli hater che lo avevano attaccato sui social per il corpetto femminile indossato nella data d'esordio del tour a Napoli. Al secondo cambio d'abito della serata, Mengoni è salito sul palco con un look total black, pantaloni ampi e camicia trasparente e alla prima pausa ha commentato: "Questo è pizzo, per chi non lo sapesse".
Un racconto visivo ed emotivo
In questa sua seconda tappa del tour 'Marco negli stadi 2025' Mengoni ha portato sul palco un racconto visivo ed emotivo che riflette i cicli di crollo e rinascita che attraversano l'esistenza individuale e collettiva. Dopo ogni caduta si cammina sulle rovine, si scava per eliminare il superfluo, si recupera l'essenziale e si costruisce di nuovo.
Lo show è suddiviso in diversi capitoli: Prologo, Parodo, Episodi, Stasimi, Esodo e Catarsi. Il Prologo è l'inizio dello spettacolo. Sul palco viene svelata la presenza di rovine, il punto di partenza di tutta la narrazione: il nostro passato da cui iniziare a ricostruire. Sul palco arrivano 10 performer ad arricchire la narrazione dello show: figure misteriose, coperte, che rappresentano le grandi protagoniste di questo spettacolo e di tutti i concerti di Mengoni: le emozioni.
L'egoismo apre il Parodo: vedere nell'altro il nemico, far crescere la paura, abbandonare il sentire comune per ritrovarci isolati, impedendoci di alzare la voce, di farci sentire per le cose che contano.
L'impotenza esplode in una riflessione sulla situazione mondiale attuale, sugli attacchi che non si fermano nemmeno davanti agli innocenti. E allora il focus diventa l'importanza della condivisione, negli Episodi e Stasimi, quando Mengoni dà un ruolo fondamentale alla musica: è il suo modo di combattere i demoni.
Catarsi e rinascita
L'intimità con il pubblico, la voglia di esporsi e condividere prosegue con brani e parole che dicono tanto dell'artista al centro del palco, delle sue fragilità, ma soprattutto della sua voglia di ricominciare.
Questa presa di coscienza è al centro dell'Esodo: sopravvissuti al crollo, accettiamo di ripartire per ricominciare a vivere, facendo pace con quanto ci fa paura, le nostre fragilità, le imperfezioni che ci accomunano a tutti gli esseri umani. Per ritrovarci finalmente liberi, nella catarsi.
Musica e narrazione intrecciate
Dal punto di vista musicale, una sfida complessa quella di unire il suo repertorio moderno con una forma d'arte diversa e secolare, inserire i brani in una scaletta che diventa trama, dividerla in momenti per dare vita a un flusso narrativo unico.
Un lavoro che ha visto Mengoni condividere con Giovanni Pallotti e Francesco Fugazza la direzione musicale di questo ambizioso progetto. I brani in scaletta ripercorrono una carriera lunga 15 anni tra le grandi hit che hanno fatto la storia del cantautore, gemme mai dimenticate che rientrano in setlist a distanza di anni e cover che si legano naturalmente al racconto che Mengoni porta sul palco.
Una produzione ricca e curata
Ad accompagnare Mengoni sul palco una band di 13 elementi e 10 performer - coreografati da Daniele Sibilli - che dall'assolo su Un fiore contro il diluvio alle coreografie su Mi fiderò e La casa azul circondano Marco, arricchiscono la narrazione e ne amplificano il messaggio.
Anche lo studio dei look di Marco nasce dall'esigenza narrativa di raccontare il viaggio, fisico e spirituale, del protagonista dello show prima e dei suoi spettatori poi: abiti custom made per un guardaroba ampio che segue la narrazione dello show, con un impatto estetico diverso in ogni data.
L'artista - affiancato dallo stylist Nick Cerioni - ha scelto di coinvolgere i brand storici con cui ha sempre amato lavorare e nuovi giovani designer scelti personalmente per poter dar loro visibilità.
Il tour negli stadi 2025
Prodotto e organizzato da Live Nation, il tour è partito il 26 giugno a Napoli (Stadio Diego Armando Maradona - SOLD OUT) dopo la data zero sold out di Lignano Sabbiadoro il 21 giugno. Dopo la tappa di ieri a Roma (Stadio Olimpico - SOLD OUT), il 5 e il 6 luglio sarà a Bologna (Stadio Dall'Ara - SOLD OUT) e il 9 luglio a Torino (Stadio Olimpico - SOLD OUT).