AGI - Era la scienza a dover provare che la razza ariana era destinata al dominio del mondo, secondo il manifesto programmatico del Partito nazista. Il capo delle SS e numero due del Terzo Reich Heinrich Himmler era uno che finiva col credere alle cose che pensava e che diceva, in una miscela di fede politica, fede mistica ed esoterismo. Era convinto di essere la reincarnazione di Enrico I di Sassonia “l’Uccellatore” (876-936), che il popolo tedesco si sarebbe imposto con la forza e per disegno superiore sugli altri popoli d’Europa, e quindi che di tutto questo esistevano precise prove che gli scienziati dovevano trovare sostenuti nella ricerca dal partito nazista. Il I luglio del 1935, novanta anni fa, Himmler fondava assieme a Walter Darré e Herman Wirth che nominalmente ne era presidente (ma nel 1938 sarà costretto a dimettersi), l’Associazione di ricerca e didattica “L’Eredità Ancestrale”, ovvero l’Ahnenerbe.
Alle origini della superiorità del germanesimo
In questa sconclusionata avventura parascientifica e fantascientifica Wirth gli aveva fornito una base di partenza con la “Società per la Preistoria dello Spirito” e la sua raccolta di “Usanze popolari e credenze antiche”. Ahnenerbe doveva validare scientificamente e antropologicamente che la razza ariana, ceppo originario di quella germanica, era superiore a tutte le altre e tale superiorità era manifesta già dalla preistoria. Nello stesso tempo l’associazione doveva altresì funzionare come organismo di formazione ideologica e scientifica per le SS. Nel funzionamento di uffici e dipartimenti questo aspetto diventerà ben presto predominante sulla ricerca, andando a influire su ogni progetto finanziato dalla Società per la scienza tedesca e dal 1936 dalla Fondazione tedesca per la ricerca, sovvenzionata con fondi provenienti dalle SS (sotto il controllo di Bruno Galke, capo del dipartimento per gli aiuti economici dello Stato maggiore del Reichsführer Himmler e suo rappresentante speciale) e da donazioni. Ma già nel 1937 la competenza sull’Associazione Ahnenerbe passò all’Ufficio centrale economico e amministrativo delle SS, mirando a creare un’apposita fondazione. Da questo momento il suo ambito di applicazione diventava l’intera area indoeuropea.
Le ambiziose linee di ricerca sull’indoeuropeismo nordico
Ahnenerbe doveva studiare spazio, spirito e azioni dell’indeuropeismo nordico, portando i risultati a conoscenza dell’intero popolo tedesco e indirizzandone le energie partecipative. I centri di ricerca in cui era articolata al momento della fondazione si occupavano di simbologia, studi sulla parola, germanesimo, relazioni culturali indoeuropeo-finniche, fiabe e leggende, attività che venivano decentrate in istituti via via aperti in tutto il Terzo Reich. Alla fine della seconda guerra mondiale se ne conteranno ben 45 con le più diverse specializzazioni: Asia e spedizioni, geofisica (Teoria mondiale del ghiaccio), carsismo e speleologia, preistoria scientifica.
Le missioni in Italia: gli antichi romani progenitori dei tedeschi
Ahnenerbe alla fine degli Anni ’30 organizzò una serie di spedizioni in Italia, alcune delle quali protrattesi per diverso tempo, come quella nell’ex Südtirol austriaco (Alto Adige) per approfondire la conoscenza della cultura germanica e diffonderla nel Reich, in un’epoca in cui Hitler aveva rassicurato Mussolini che il confine del Brennero era da lui considerato inviolabile. L’archeologo Franz Altheim condusse studi su incisioni rupestri della Val Camonica e riportò in Germania le fotografie scattate dalla moglie Erika Trautmann sostenendo che le rune incise sulla roccia comproverebbero l’origine germanica degli antichi romani. Himmler in persona, poi, pretendeva che gli scienziati di Ahnenerbe dovessero trovare la tomba del re visigoto Alarico sepolto nel 410 con immani tesori nel letto del fiume Busento vicino a Cosenza. La leggenda raccontava che per scavare la tomba il corso dell’acqua fosse stato deviato e dopo le esequie riportato nell’alveo: tutti gli schiavi che vi avevano lavorato erano stati uccisi per impedire che rivelassero il luogo dei tesori. L’unico riscontro, letterario però, era nelle parole di Alexander Dumas e nei versi di Giosuè Carducci. E come era accaduto in passato, le ricerche dei tedeschi non avevano portato a nulla. Una costante nelle iniziative di Ahnenerbe, alcune delle quali rimaste a tutt’oggi avvolte dal mistero.
Il mito del Tibet dall’esoterismo al cinema
Altre ancora hanno continuato ad affascinare, come la spedizione antropologico-alpinistica sull’Himalaya che nel 1997 ha ispirato il celebre film “Sette anni in Tibet” di Jean-Jacques Annaud e con Brad Pitt nei panni dell’alpinista austriaco Heinrich Harrer. Le spedizioni in Tibet furono cinque, di carattere sportivo, etnologico e politico, oltre che esoterico alla ricerca di un fantomatico regno sotterraneo governato da saggi rappresentanti della razza ariana. Tutto ciò seguendo le teorie dell’antropologo e cultore dell’eugenetica Hans Friedrich Karl Günther, secondo cui gli ariani partiti dall’Himalaya avevano conquistato India, Cina e Giappone. La prima spedizione, del 1938, era sotto la guida dell’ufficiale SS Ernst Schäfer, specialista di ornitologia e zoologia, anch’egli alla ricerca di un fantomatico regno, Shamballa. Nel 1939 una spedizione di Ahnenerbe puntò sul Kashmir sotto la guida degli alpinisti austriaci Peter Aufschnaiter e Harrer, anch’egli ufficiale SS, autore della conquista in cordata della parete Nord dell’Eiger. Lo scoppio della guerra lo farà finire in un campo di prigionia.
Gli esperimenti nei lager sugli esseri umani
L’Istituto per la Ricerca Scientifica Militare di Ahnenerbe, capitanato dal Direttore generale del Reich Sievers, verrà fondato nel 1942 e sotto la voce apparentemente neutra celava gli esperimenti su esseri umani, in particolare cavie prese nei lager. Più di ventimila prigionieri vennero uccisi a Natzweiler-Struthof per comprovare con test tanto assurdi quanto crudeli la superiorità della razza ariana. Himmler si era riservato poi un gruppo di ricerca al quale forniva di volta in volta, come gli venivano in mente, incarichi speciali che non di rado erano conseguenza dei contenuti dei colloqui con Adolf Hitler. A titolo esemplificativo, vennero identificate aree di interesse nella ricerca di oro nei fiumi tedeschi come nel controllo delle nascite per la selezione razziale, nella medicina ancestrale al pari dell’allevamento di cavalli robusti in grado di sopportare carichi maggiori in condizioni climatiche estreme. Alla fine della guerra Sievers sarà processato, condannato a morte e giustiziato. La stessa sorte sarebbe toccata a Himmler il quale cercò di passare per un soldato semplice ma, scoperto, si suicidò schiacciando una capsula di cianuro che teneva tra i denti. L’ex allevatore di polli non era sicuramente l’incarnazione di Enrico l’uccellatore, la cui tomba non era riuscito a ritrovare, ma era certamente un autentico criminale. Dalla fantomatica eredità ancestrale alla pesante eredità della storia.