AGI - Il concerto di Achille Lauro al Circo Massimo è stato un'esplosione di energia e musica. Un pubblico calorosissimo ha accompagnato l'artista in una voce all'unisono, trasformando ogni brano in un coro collettivo capace di scuotere l'arena. Tutti i successi, le ballad, la tradizione della sua musica rimescolata con la modernità dei nuovi arrangiamenti: il live si è aperto con Lauro in abito rosso sulle note di "AMOR", la sua dedica a Roma, accolto da un'ovazione e dal suo saluto commosso: "Roma, lusingato di essere qui questa notte. Siete stupendi. Finalmente a casa! È incredibile tornare nella mia città, e trovarvi cosi'. Qui, da dove siamo partiti, senza sapere dove stavamo andando e soprattutto senza sapere dove arriveremo".
Il viaggio musicale è proseguito con "Bam Bam Twist", "1969", "Dannata San Francisco", fino a un momento più intimo sulle note di "Perdutamente", quando il pianoforte è salito sospeso verso l'alto, accompagnato dalla voce potente della cantante lirica Valentina Gargano. Lauro ha dedicato "Cristina" a sua madre e a tutte le mamme, regalando uno dei momenti più toccanti dello show: "Questa è la carezza che non ho dato, per chi ama in silenzio, per chi non chiede nulla in cambio, per tutte le madri coraggiose, per la persona più importante della mia vita". Ha poi rivolto un pensiero ai "tempi difficili che il mondo sta attraversando", ricordando che "l'amore è l'unica cosa che resta", proprio a poche ore dalle immagini del Pride di Budapest.
Non sono mancati i brani che hanno costruito la sua anima più ribelle, come "Me ne frego" per cui spiega: "C'è chi si veste di apparenze, chi si nasconde dietro maschere. Noi no. Non ce ne freghiamo" e soprattutto "Amore disperato" vero spartiacque del suo successo, che Lauro ha dedicato "alla persona che mi ha salvato la vita". Con un cambio di scena in tuta di pelle e occhiali da sole è arrivata "Rolls Royce", accolta con entusiasmo dal pubblico e impreziosita dalla presenza sul palco dell'amico di sempre Boss Doms. I fiati hanno arricchito brani come "Dirty Love", mentre su "Latte +" Lauro ha lanciato un provocante invito: "Se avete ancora i vestiti addosso sentitevi liberi di toglierli".
Prima di "Incoscienti giovani", il brano dell'ultimo Sanremo, ha ringraziato il pubblico: "Mi avete salvato la vita". Il concerto ha toccato l'apice con un medley dei successi più sfacciati - "Pessima", "Cadillac", "Bulgari", "Thoiry" - seguito dal gran finale in total white con la band al completo, in un climax emozionante con "Barabba III", "La bella e la bestia", "Nati da una costola" e, infine, "C'est la vie", introdotta da un messaggio che ha unito idealmente tutti i presenti: "Abbiamo tutti vite diverse, ma siamo tutti cosi' simili, cosi' legati dalla stessa storia". Dopo un trailer che ha condensato tutti i momenti più belli dei suoi 10 anni di carriera è arrivato l'annuncio del concerto allo Stadio Olimpico di Roma, il suo primo stadio in assoluto, il prossimo 11 giugno 2026.
La chiusura tra oltre diecimila telefonini accesi e la sua "16 marzo" in sottofondo. Il live al Circo Massimo è stato un viaggio musicale in cinque atti, ognuno caratterizzato da look che spaziano dal classico al rock, a rappresentare le diverse anime dell'artista. Tutti i pezzi sono stati rivisitati con la direzione musicale di Daniele Nelli e quella esecutiva di Marco Lanciotti, per regalare un nuovo sound in linea con "Comuni Mortali", il settimo album in studio, certificato oro, balzato subito al primo posto della classifica FIMI e in vetta alla Top Album Debut Global di Spotify. Sul palco, una formazione inedita fonde la band - composta da Daniele Nelli (chitarra), Marco Lanciotti (batteria), Gregorio Calculli (pianoforte), Nicola Iazzi (basso), Riccardo Castelli (chitarra) e Mattia Tedesco (chitarra) - con 40 musicisti tra fiati, archi, cori, percussioni, e l'accompagnamento, in alcuni brani, della cantante lirica Valentina Gargano. Un'orchestra che ha trasformato il concerto in un grande abbraccio musicale per gli spettatori rendendo intensa l'esperienza live.
"Se qualcuno inciampa, bisogna aiutarlo a rialzarsi"
"Se qualcuno inciampa, bisognerebbe aiutarlo a rialzarsi", con questa riflessione dal backstage del suo primo concerto al Circo Massimo Achille Lauro interviene sulle polemiche esplose nelle ultime settimane sui sold out pompati, invitando a un clima di maggiore coesione e rispetto nel mondo della musica. "Ci sono progetti bellissimi che non hanno riscontro e progetti mediocri che spopolano - queste le parole di Lauro -. Se un artista fa 40mila persone ma non riempie lo stadio, ricordiamoci che 40mila persone sono tantissime. In Italia servirebbe più coesione: se qualcuno inciampa, bisognerebbe aiutarlo a rialzarsi, ricordiamoci che siamo esseri umani ognuno con il suo percorso". Achille Lauro racconta di arrivare a questo Circo Massimo dopo "un periodo bellissimo, frutto di due o tre anni di lavoro in silenzio sulla musica, cercando di uscire dalla frenesia che oggi il mercato impone".
L'artista spiega di essersi interrogato su come sia giunto a questo punto della sua carriera e di come il suo percorso si sia evoluto perché "la musica reale si trova con il tempo, la ricerca e la dedizione totale". Negli ultimi anni ha viaggiato, scritto, esplorato la sua identità musicale, fino a un periodo che lui stesso definisce "stupendo", iniziato con "Amore Disperato", proseguito con la partecipazione a X Factor, dove "il pubblico ha scoperto un mio lato caratteriale nuovo" e che è pronto a ripetere, seguita da un Sanremo indimenticabile con "Incoscienti Giovani", "un diamantino nel nostro repertorio" e forse il vero click che ha trasformato un talento in uno degli artisti principali del panorama italiano. La dedica alla sua Roma, trasformata in una canzone d'amore come se fosse una donna: "è stata una cosa bellissima, perché pensare che una mia canzone diventi simbolo della città che mi ha cresciuto è meraviglioso".
Una città che ha lasciato per vivere a Milano, ma che è sempre presente in lui e nella sua musica. Proprio per questo ha voluto fortemente esibirsi in un luogo che collega passato e presente. Il Circo Massimo, spiega, rappresenta la fine di un capitolo e l'inizio di una nuova avventura: "Finiamo oggi con questa data e annunciamo questa bella sorpresa con lo Stadio Olimpico; poi ci sarà un anno ricco di musica, con il nuovo X Factor e i palazzetti 2026, praticamente tutti sold out. Voglio concentrarmi sulla costruzione del concerto, perchè credo che tutto abbia sfogo nell'incontro con le persone". Lauro rivendica la necessità di musica di estrema qualità in un mercato soffocato dalla logica del singolo radiofonico: "Il concerto deve essere un rito, un momento di condivisione profonda. Oggi sento di poter sperimentare e fare musica che faccia dire alle persone: 'cos'è questa cosa fuori dal coro?', senza preoccuparmi di forzare un singolo per la radio". E ripercorrendo la sua carriera, spiega: "Le persone hanno visto una trasformazione dettata da una ricerca artistica sincera. Non raggiungi il successo emulando qualcun altro, anzi io credo che proprio quando hai l'attenzione del pubblico il tuo compito è quello invece di cercare di rompere gli schemi cercando di portare la tua musica, ma anche quella degli altri, a un livello successivo".
Lauro abbraccia per sè stesso la definizione di anarchico filosofico nelle scelte della sua carriera: "Io credo di esserlo proprio nel mio stile di vita. Nelle mie scelte artistiche ho sempre fatto il contrario di quello che il mercato consigliava, non per spirito di contraddizione, ma per l' esigenza di non ripetermi". E proprio sul concetto di libertà difende Mengoni sul corsetto indossato durante il suo ultimo concerto: "Credo si debba rispettare la scelta di un artista. Io stesso mi sono messo la tutina, non sono certo la persona per dire cosa può o non può fare Marco. È giusto che uno abbia la possibilità di esporsi, di fare quello che vuole perché questo porterà anche altri artisti a pensare di poterlo fare. Marco ha fatto ciò che riteneva meglio per il suo show, ho visto delle immagini e penso abbiano messo in piedi qualcosa di incredibile".
Non si nasconde neppure sulla responsabilità per gli artisti di parlare delle tematiche più difficili dell'attualità: "Io sono una persona molto concreta. Quindi personalmente io cerco di pensare a cosa io possa fare. Ma in generale, al di là della situazione attuale che è delicatissima negli ultimi vent'anni comunque abbiamo assistito a tante di queste situazioni, purtroppo. Quindi purtroppo siamo in un mondo che comunque comprende anche questo. Io, proprio in generale, penso a cosa posso fare io per gli altri", riconoscendo l'importanza del megafono sociale della musica "Giornalmente penso alle cose che posso fare nella mia nazione e a che cosa si possa fare per sensibilizzare. Gli artisti in qualche modo se ne devono far carico ed è giusto cosi' perché hanno la possibilità di essere ascoltati da tanti".
Senza filtri, l'artista racconta anche i momenti più difficili della carriera, compresa anche l'esperienza a Eurovision dove ha forse conosciuto per la prima volta il sapore del fallimento: "Ho investito 400mila euro e sono uscito subito. Ma il successo è sopravvivere agli inciampi: so fallire con tantissimo entusiasmo, questo è il mio segreto. La verità è che proprio dai momenti in cui pensi che qualcosa non funzioni, nascono le idee migliori. è cosi' che mi sono chiesto di nuovo chi sono, chi voglio essere e come voglio vedermi tra dieci anni".
Lauro non ha escluso un ritorno al Festival di Sanremo, anche se ammette: "Adesso siamo a giugno e non so cosa possa accadere l'anno prossimo. Non mi sono ancora fermato mezz'ora dall'ultimo festival", ha aggiunto con il sorriso. Intanto c'è il legame speciale con Antonello Venditti, con cui avrebbe reinterpretato "Che tesoro che sei" anche se sull'uscita glissa: "Vado a pranzo da lui anche solo per divertimento. Io sono la nuova leva, lui è il Maestro. Sarebbe un onore fare quella sua canzone che io amo. Per me è stata una grande cosa poterla cantare". Dallo Zubar di via Nomentana al Circo Massimo, fino al sogno dello Stadio Olimpico: Achille Lauro è pronto a scrivere il prossimo capitolo di una carriera costruita senza compromessi, convinto che la musica vera non debba mai aver paura di osare. Con il suo pubblico di incoscienti giovani pronto a seguirlo.
Le date all'Olimpico
Achille Lauro terrà il suo primo concerto allo Stadio Olimpico di Roma.
L'annuncio è stato fatto dallo stesso artista al termine della kermesse di stasera al Circo Massimo, dopo aver cantato la hit C'est la vie e prima dell'amatissima 16 marzo: come aveva anticipato sui social dicendo "qualcosa che sogno da quando ho 10 anni sta per avverarsi", è partito un trailer emozionante che ha condensato i suoi dieci anni di carriera, culminando nell'annuncio dell'evento "Comuni Immortali - 10 giugno 2026 Stadio Olimpico di Roma".
"Ho un anno per pensarci. Spero che sia si' un punto di arrivo, ma anche un punto di partenza per location cosi' grandi", le parole di Lauro alla stampa su questo imperdibile appuntamento per i suoi fan. I biglietti saranno disponibili in pre-sale dalle ore 14 del 30 giugno per i possessori dei tagliandi del Circo Massimo e dei palazzetti 2026, un regalo che lo stesso artista aveva promesso in una lettera inviata via mail e che ora assume pieno significato. La vendita generale partirà il 4 luglio alle ore 14 sul sito di Ticketone e nei punti vendita autorizzati. Il tour è prodotto da Friends & Partners.