Antonio Ligabue a Torino, un viaggio nel genio in 92 opere
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Antonio Ligabue a Torino, un viaggio nel genio in 92 opere

Antonio Ligabue a Torino, un viaggio nel genio in 92 opere

Stefano Barricelli
Ligabue
AGF - Ligabue
AGI - Fino al 26 maggio è possibile visitare la mostra "Ligabue", allestita alla Promotrice delle Belle Arti di Torino: 71 dipinti, 8 sculture e 13 disegni che ripercorrono la vita, la psiche e la storia tormentata di uno dei più grandi artisti italiani del XX secolo. Un viaggio affascinante nella produzione di questo genio visionario, sempre in evoluzione, e nella sua appassionata ricerca, con la quale sapeva inventare e rinnovare le sue opere nella loro pressante suggestione emotiva, in una iconografia popolare e raffinata. La mostra è curata da Giovanni Faccenda, si avvale del patrocinio della "Fondazione Augusto Agosta Tota per Antonio Ligabue" ed è prodotta da Sm.Art, con la direzione creativa e di produzione di WeAreBeside.
L'esposizione si snoda attraverso 8 sale e arriva a quasi un anno dalla scomparsa di Augusto Agosta Tota, che dell'artista fu amico, promotore e studioso. Le opere provengono da collezioni private, dai celebri autoritratti "Testa di tigre" del 1953 e "Leopardo" del 1955, dal "Motociclista" del 1954 alla "Traversata della Siberia" del 1959, dalle sculture "Leone e Leonessa" del 1935 a "Pantera" del 1938 e "Leonessa accucciata" del 1940 fino al "Busto di Gorilla" del 1956, dai disegni con figure di animali all'"Autoritratto" a matita del 1955.
"L'arte, quando gli fu possibile o scelse lui stesso, volontariamente, di praticarla - spiega il curatore, Giovanni Faccenda - rappresentò per Ligabue non già un itinerario terapeutico o un'evasione salvifica dai propri, insanabili, tormenti esistenziali ma il racconto, crudo, dei medesimi, attraverso argute allegorie caratterizzate dalla presenza degli amati animali. Plasmare l'argilla, disegnare su fogli di carta tenuta nascosta come un tesoro oppure dipingere al cavalletto, guardando ossessivamente la propria immagine riflessa nello specchio vicino, livida dopo essersi ripetutamente colpito, tutto questo era per Ligabue l'unico modo per sottrarsi, almeno temporaneamente, alla propria, fatale, odissea terrena".
Accompagna la mostra il catalogo edito da BesideBooks, con testo critico di Giovanni Faccenda, e testi di Simona e Cinzia Agosta Tota, Francesca Biagioli, Samantha Patorno e Manlio Polzella.
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