(AGI) - Roma, 24 apr. - Si chiama "Linee di Confine - lanatura, il corpo, le citta'", la mostra collettiva che apreoggi al pubblico al Museo Carlo Bilotti di Roma. Promossadall'Assessorato alla Cultura e al Turismo diRoma-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la mostra e'curata da Marco Di Capua con il sostegno della Galleria Russo,tra le piu' restigiose dal panorama, che si colloca proprio alconfine tra i due mondi con le sue gallerie di Roma e Istanbul.Sara' la ricerca il "file rouge" che leghera' 17 artisti cheattraverso fotografie, dipinti, sculture, disegni e reportagene racconteranno il viaggio con un panorama ampio di operefrutto di eta' e formazione differenti. Angelo Bucarelli,Roberta Coni, Adelaide Di Nunzio, Mauel Felisi, GiovanniFrangi, Massimo Giannoni, Thomas Gillespie, Christian Leperino,Sandro Maddalena, Giorgio Ortona, Tommaso Ottieri, AlicePavesi, Marco Petrus, Paolo Picozza, Bernardo Siciliano,Stefania Fabrizi, Pete Wheeler. Tutti attivi sul fronte dellacostruzione e della rappresentazione figurativa del corpoumano, della natura e della scena urbana, saranno loro a farvivere le linee di confine che delimitano lo spazio immaginariodella mostra, anche attraverso le connessioni: Gerusalemme,Istanbul, Napoli, Roma, Trieste, l'Ucraina e New York,appariranno come complici di alberi, montagne, sguardi, bracciae mani. Attraverso dipinti, anche di grandi dimensioni efotografie, la mostra vuole stabilire una suggestiva zona diconfronto, un nesso figurativo e narrativo in modalita'intenzionalmente spettacolare e in chiave occidentale, tral'energia che abita la natura e gli esseri viventi. La loroesistenza grandiosa, i loro gesti effimeri e i loro volti,contrapposta a quella piu' razionale che, creando architetture,inquadra spazi, genera metropoli, ritma l'esistenza. La mostra,catalogo edito da Palombi Editore, sara' anche l'occasione pervedere realizzate due opere "site specific" di due artistipresenti: Christian Leperino e Stefania Fabrizi. "Linea diconfine" - spiega il Curatore Marco Di Capua - si presenta comeuna mostra-periscopio: affiora e lentamente si guarda intorno.Cio' che vede e ci fa vedere sono le citta', i nostri corpi e inostri volti. Ci indica, con un gesto quasi sproporzionatonella sua apparente, cosi' necessaria, inattualita', la natura.Il confine tra tutto cio'. Non e' soltanto il bordo irregolareche nello scorrimento divide cosa da cosa, e nella separazionele illumina, ma anche la linea che unisce. "Aggiungiamo subito- termina De Capua - che abbiamo selezionato opere importanti,lavori imponenti, che ben rappresentassero i singoli artisti. Iquali cerco non li si potra' mai accusare di mancanza dicarattere, perche' qui ognuno di loro ne ha da vendere". (AGI).