R oma - Monica Maggioni, presidente Rai, ha spiegato durante in commissione di Vigilanza il perchè durante il Cda non si è votato sul lavoro iniziale di riforma del sistema informativo Rai e non si voterà neppure domani, in prosecuzione dei lavori del Cda stesso.
"Questo Cda ha pensato di condividere subito con tutti i soggetti un percorso che porta ad una modifica sostanziale di come e dove la Rai si pone nel sistema informazione del Paese e che, quando avrà individuato un modello di percorso compatibile e logico con il proprio indirizzo, arriverà a un voto. Si arriverà a un mutamento strutturale di un pezzo importante di un'azienda che conta migliaia di dipendenti. Abbiamo un'indicazione molto precisa di quello che dobbiamo fare e di dove dobbiamo andare". In Vigilanza diversi commissari avevano chiesto di sapere se il Cda questa mattina avesse votato o meno il piano.
"C'è una linea guida sulla quale bisogna intendersi - ha continuato Maggioni - Lo schema progettuale non richiede voto perchè non sposta persone da una parte all'altra, ma ha bisogno di azioni per renderlo operativo quando verrà votato da Cda e commissione dopo diversi confronti", che si prevede saranno diversi. "Il Cda doveva discutere legittimamente di una cosa che riguarda questa commissione, riguarda il cambiamento in cui Rai si avvia a procedere all'interno di uno schema oggi progettuale che è stato discusso con i consiglieri e domani se ne parlerà ancora domani e che non richiede voto perchè schema progettuale".
Formalizzate le proposte, Colucci al Tg2 e Mazzà al Tg3
Per la tv e la radio della Rai si annuncia un progetto 'nuove news'. Lo ha annunciato il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto nel corso dell'audizione serale in commissione di Vigilanza, dove oltre alla presidente Monica Maggioni c'è il direttore editoriale per l'offerta informativa Carlo Verdelli. Dal dg la presentazione di un serie di slide che spiegano lo schema di riforma del settore news, schema perchè per ora si è in una fase progettuale e il piano definitivo approderà al voto del Cda e quindi al parere della commissione di Vigilanza il prossimo gennaio.
Una delle slide illustrate dal direttore generale dice il 53% del tempo che gli italiani dedicato ad informarsi è riservato ai media tradizionali, mentre il restante a quelli digitali. L'obiettivo della Rai di domani è quindi quello di arrivare ad essere più forte sui media digitali, senza per questo trascurare i mezzi tradizionali. Per Campo Dall'Orto si tratterà quindi di lavorare su tutti e due gli ambiti, tenendo a mente che il sistema tradizionale necessita comunque di un cambiamento e che quello digitale assumerà una valenza sempre più forte, tanto da essere già indicato come 'digital first'.
Concentrare investimenti sul ripensamento dell'offerta classica Rai, ma puntare molto sull'offerta digitale "perchè ci sarà una fase in cui questa diventerà una sorta di luogo di raccolta e poi in seguito far sì che diventi il centro del sistema in senso pieno".
Se il piano di riforma del sistema informativo a cui si sta lavorando in Rai non avrà il consenso interno, quindi del Cda, e della commissione di Vigilanza, allora "la Rai non avrà un gradissimo futuro". Lo ha detto Carlo Verdelli, direttore editoriale per l'offerta informativa, durante l'audizione in commissione di Vigilanza. "Questo piano ha bisogno di un consenso e di uno sviluppo in commissione e in azienda", ha sottolineato Verdelli, ricordando che negli ultimi due anni la tv generalista ha perso 1,5 milioni di spettatori. Cinque anni fa il dato odierno del 53% di pubblico per i media tradizionali Rai e 47% per i media digitali era ben diverso, intorno a 70 e 30, grosso modo, e tra cinque anni sarà ancora diverso e avanti a quello di oggi, cioè ancor più spinto verso i media digitali, "perchè la gente va a cercare le notizie altrove e noi lì non esistiamo. Va recuperato il tempo in quella direzione e il tempo a disposizione è pochissimo". Per Verdelli il verbo principale di questo piano di sviluppo è "cambiare"', e "non perchè l'esistente è sbagliato ma perchè il mondo è cambiato e vuole un'informazione personalizzata, moderna, didattica". Verdelli ha quindi concluso dicendo che è urgente intervenire in questo settore, se si vuole avere un futuro. (AGI)