AGI - Il giorno dopo l’impresa memorabile compiuta sulle terribili rampe del Colle delle Finestre, Yates si è presentato sorridente e visibilmente emozionato. La tappa di ieri resterà a lungo nella storia del ciclismo: un attacco da lontano, deciso e coraggioso, che gli ha permesso di ribaltare completamente la classifica generale. Sulle pendenze proibitive del Finestre, Yates ha saputo staccare uno dopo l’altro i suoi avversari diretti, lasciandosi alle spalle prima il messicano Isaac Del Toro, poi l’esperto Richard Carapaz.
Quella che sembrava una classifica ormai definita, con Del Toro in maglia rosa e Carapaz pronto a contendere il podio, è stata letteralmente capovolta da un’azione che ha esaltato tutti gli appassionati. Il pubblico, lungo la salita e davanti ai maxi-schermi, ha assistito a un capolavoro di strategia e resistenza, che ha consegnato a Yates la vittoria più bella della sua carriera.
L'inglese ha conquistato il pubblico con un Giro emozionante e combattuto fino all’ultimo, regalando spettacolo e mantenendo viva la suspense che lo scorso anno era mancata, quando Tadej Pogacar aveva letteralmente dominato la scena. L’ultima tappa, con arrivo nella suggestiva cornice del Circo Massimo, è andata al giovane olandese Olav Kooij (Visma-Lease a Bike), che ha così conquistato il secondo successo personale in questa edizione. Ma l’attenzione, inevitabilmente, era tutta per Yates, che si è preso gli applausi non solo per la vittoria finale, ma anche per la capacità di tenere incollati i tifosi alla gara giorno dopo giorno.
Il passaggio in Vaticano
La tappa conclusiva è stata impreziosita dal passaggio della carovana in Vaticano e dall’incontro storico con Papa Leone XIV, che ha ricevuto simbolicamente una maglia rosa e ha benedetto i protagonisti della corsa, affiancato dal presidente di RCS MediaGroup Urbano Cairo e dal direttore della Corsa Rosa Mauro Vegni. Un momento di grande suggestione con il messaggio del pontefice ai 159 ciclisti: "Sappiate che siete sempre i benvenuti in Vaticano e nella Chiesa, che rappresenta l'amore di Dio per tutte le persone".
Le proteste per la Palestina
Non sono mancati però anche momenti di protesta: davanti alla sede della FAO, durante il passaggio dei corridori, alcuni manifestanti hanno sventolato bandiere palestinesi scandendo slogan a favore della Palestina. Un episodio che non ha turbato lo svolgimento regolare della corsa.
Sul fronte delle classifiche, oltre al trionfo di Yates, da segnalare il quinto posto di Damiano Caruso (Bahrain Victorious), promosso a capitano dopo le difficoltà incontrate da Antonio Tiberi. Subito dietro, in sesta posizione, il sorprendente Giulio Pellizzari (Red Bull Bora Hansgrohe), anche lui diventato leader della propria squadra dopo il ritiro di Primoz Roglic. La maglia azzurra di miglior scalatore è andata invece a Lorenzo Fortunato (XDS Astana Team), premiato per il suo grande lavoro in montagna.
Il pubblico italiano ha dimostrato di apprezzare il carattere e la grinta di Simon Yates, che con la sua condotta di gara ha ridato al Giro il pathos che spesso manca nelle corse a tappe dominate fin dai primi giorni.