"Spero non sia così, spero non sia lei..." Parole di una speranza naufragata di fronte all'evidenza dell'orrore: quel corpo senza vita, smembrato, i resti infilati in due trolley e poi abbandonati nel fossato di una strada nella zona industriale di Pollenza, nel Maceratese, è di sua figlia, Pamela Mastroprietro, diciottenne di Roma, dove abitava in zona San Giovanni.
L'identificazione è certa. La ragazza si era allontanata lunedì pomeriggio dalla comunità di recupero 'Pars' di Corridonia (Macerata), dove era ospite. Ed era andata via volontariamente, portando via le proprie cose in un trolley, di colore rosso e blu in cui poi l'assassino - o gli assassini - hanno messo alcuni pezzi del suo corpo.
Per il momento, al vaglio dei carabinieri del Nucleo investigativo della Compagnia di Macerata c'è la posizione di un nigeriano. A quanto apprende l'AGI è dall'analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza di edifici, abitazioni e stazioni di servizio e del trasporto pubblico che si è arrivati a “fissare” la figura del nigeriano, regolare permesso di soggiorno ma in qualche modo noto alle forze dell'ordine, e quindi a decidere di sentirlo e valutarne la posizione nella tragica vicenda. Ma anche altre persone sarebbero state individuate e ora sono valutate negli uffici degli investigatori coordinati del pm di Macerata Stefania Ciccioli.
Il mistero delle ultime ore
Dal momento del ritrovamento, grazie alla curiosità dell'automobilista di passaggio di fronte a quelle due valigie, sono scattate le indagini dei carabinieri per dare un nome ai resti. Poi si è trattato di ripercorrere all'indietro le ore trascorse dalla ragazza dal momento del suo allontanamento dalla comunità. Bisogna scoprire se se abbia raggiunto qualcuno, se sia salita a bordo di un'auto o su un mezzo di trasporto pubblico con cui poi raggiungere un altro luogo, un altro alloggio.
La scomparsa era stata subito segnalata alle autorità. Anche la trasmissione di Rai3 'Chi l'ha visto?' era stata interessata, con l'appello lanciato dalla mamma della ragazza. Gli inquirenti analizzano le telecamere di videosorveglianza della zona, partendo appunto dalla casa di accoglienza e cercando di delineare un raggio sempre più largo che porti poi a ridosso delle campagne di Pollenza e Casette Verdini, la zona del ritrovamento.
Si sospetta che il delitto sia stato compiuto lo stesso lunedì, al più tardi martedì mattina, e che l'autore, o gli autori, abbiano atteso la notte per liberarsi dei resti. Un particolare che ha colpito gli investigatori del Nucleo investigativo del Comando provinciale maceratese è il fatto che nelle valigie non ci fossero vestiti né tracce di sangue. Segno di un'operazione meticolosa e accurata, da killer professionista o altro, nel sezionare e quindi infilare i resti umani nei due diversi contenitori. Anche se questo si scontra con il fatto che le valigie siano state abbandonate in un punto dove comunque sarebbero state visibili. Una volta identificato il cadavere, agli investigatori è toccato il difficile compito di avvisare la famiglia della ragazza. La comunicazione è arrivata ai colleghi di Roma e da lì alla famiglia di Pamela.