AGI - "Smart Roma, come Roma si trasforma in una smart city" è il titolo del libro di Riccardo Corbucci, presidente della commissione Innovazione di Roma Capitale. Edito da Giulio Perrone Editore, il volume viene dato alle stampe quando mancano due anni alla fine della consiliatura targata Roberto Gualtieri, che al libro firma la prefazione. "È un racconto di quello che abbiamo provato a fare per trasformare la città in una smart city e un punto di partenza per far conoscere alle persone quello che abbiamo fatto in questi 4 anni trasformando una città che aveva pochi servizi digitali" ha detto Corbucci ai microfoni del podcast "Le città intelligenti".
Nel libro, Corbucci che prima di essere un amministratore locale è un sociologo, scatta una fotografia alla città di Roma. La sua area si estende su oltre 1287 km2, il che la rende non solo la città più grande d'Italia, ma anche tra le più grandi d'Europa: basti pensare che Parigi copre appena 105 km2, Londra arriva a 1572 km2. Un'espansione orizzontale che fa sì che a Roma si passi dal Colosseo, da borgate estremamente periferiche al mare di Ostia, con quartieri che nello stesso comune godono di una qualità di servizi, ma anche bisogni, completamente eterogenei. Corbucci definisce questa complessità "un mosaico di spazi urbani".
Ed è in questa complessità che la città smart può fornire alcune soluzioni per "accorciare" le distanze, semplificare la vita ai cittadini e portare in prossimità alcuni servizi. C'è un progetto per trasformare le edicole in smart "nell'idea di smart city, non ci perdiamo il concetto dei 15 minuti. Nella complessità di Roma, c'è la necessità di mantenere una grande capillarità con le persone. Le edicole sono dei punti importanti per diventare degli smart point, diventando dei facilitatori per quelle persone che non ce fanno da sole ad affrontare la trasformazione digitale".
Il prossimo progetto? "È quello più complicato: fare i cittadini digitali".
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