AGI - Da Treviso a Ravenna, da Roma a Palermo, sono decine i comuni grandi e piccoli in cui i sindaci hanno firmato l'ordinanza che vieta l'esplosione dei botti e i fuochi d'artificio per la notte di Capodanno.
Le ordinanze vengono spesso disattese e molte città hanno ripiegato su provvedimenti parziali perché spesso i Tar hanno ritenuto illegittimi quelli che vietano i botti in modo generalizzato e senza un pericolo concreto. Diversi sindaci, però, non demordono.
I divieti a Roma e la motivazione di Treviso
Nella Capitale, Roberto Gualtieri ha vietato fino al 6 gennaio l'utilizzo di materiale esplodente, fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e simili artifici pirotecnici. Questa misura mira a garantire la sicurezza pubblica durante il periodo festivo. Parallelamente, a Treviso, il sindaco Mario Conte ha motivato il suo divieto, valido fino al 7 gennaio, affermando che "Il rumore dei botti rappresenta un pericolo per la salute pubblica", vietando il lancio di fuochi d'artificio, razzi, petardi e mortaretti.
Misure restrittive nel Nord Italia: Milano e Venaria
Il sindaco di Venaria Reale, alle porte di Torino, ha disposto il divieto di utilizzo dei fuochi pirotecnici sul territorio cittadino. Questa decisione è stata presa in seguito a un grave incidente avvenuto lo scorso anno, dove un giovane perse una mano a causa dell'esplosione di un petardo raccolto da terra. A Milano, il Comitato Provinciale per l'Ordine e Sicurezza Pubblica ha optato per un divieto circoscritto, vietando l'introduzione di artifici pirotecnici all'interno della cerchia filoviaria e nel perimetro compreso tra Piazza Duomo e vie limitrofe.
Ordinanze a Ravenna, Napoli e Palermo
Anche altre grandi città hanno adottato misure severe. A Ravenna un'ordinanza vieta l'utilizzo e lo scoppio di fuochi d'artificio, razzi, mortaretti, petardi, raudi, candele romane e simili artifici pirotecnici nell'intero territorio comunale. Nella 'capitale' pirotecnica, Napoli, il sindaco Gaetano Manfredi ha imposto il divieto di introdurre ed esplodere fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e simili nelle aree di piazza del Plebiscito, piazza Municipio e lungomare Caracciolo. Infine, a Palermo il sindaco Roberto Lagalla ha firmato la consueta ordinanza di divieto fino al 2 gennaio.