Processo telematico in affanno: il tribunale di Roma boccia 'App'
AGI - Il tribunale di Roma certifica ufficialmente il malfunzionamento di “App”, il software del ministero della Giustizia utilizzato per la condivisione dei documenti nei tribunali e nelle procure. In un decreto firmato il 22 dicembre scorso, il presidente Lorenzo Pontecorvo attesta le gravi criticità operative della piattaforma, a due anni dalla sua entrata in vigore.
Nonostante le difficoltà, giudici e pubblici ministeri continuano a essere di fatto vincolati all’utilizzo del sistema, sia perché l’organizzazione giudiziaria non può più basarsi esclusivamente sui fascicoli cartacei, sia perché il processo telematico rientra tra gli obiettivi del Pnrr per la giustizia.
Proprio in ragione dei problemi riscontrati, il tribunale di Roma – il più grande d’Italia per carico di lavoro –, ha disposto una deroga all’obbligatorietà di App in una serie di casi specifici. Il decreto individua quattro principali ipotesi: problemi tecnici legati all’hardware e al funzionamento della rete, compresa la “persistente carenza di computer performanti”; criticità connesse alla natura analogica o a errori informatici delle richieste caricate; assenza nell’applicativo dell’atto o della fase procedimentale; blocchi o gravi rallentamenti dell’operatività del sistema. Su quest’ultimo punto il provvedimento richiama la “necessità di continua implementazione del software” e la presenza di “errori del sistema”, parlando di “lentezze operative” non risolte.
Il tribunale di Roma non è l’unico ufficio giudiziario ad aver adottato misure analoghe. Un provvedimento simile è stato emanato anche dalla procura generale di Napoli. Il procuratore generale Aldo Policastro, accertato il “perdurante malfunzionamento di App”, ha disposto la sospensione dell’obbligatorietà della piattaforma per alcune attività urgenti e processuali. La deroga, valida fino al 30 giugno 2026, riguarda tra l’altro iscrizioni urgenti di notizie di reato, giudizi direttissimi, richieste di misure cautelari, convalide di arresti e sequestri.
App è entrata in funzione il 14 gennaio 2023, inizialmente per le archiviazioni. Le criticità erano state segnalate già nella fase di sperimentazione e, in questi due anni, sono arrivate segnalazioni formali al ministero da parte di tribunali e Corti d’Appello.
Nel frattempo, l’intero comparto giustizia è in attesa di un nuovo decreto ministeriale che dovrebbe prorogare anche per il 2026 la deroga all’utilizzo di App per intercettazioni, ordinanze del Riesame e misure cautelari. Negli anni precedenti i decreti sono stati emanati a fine dicembre, rispettivamente il 27 e il 29, e la comunicazione è attesa nelle prossime ore.