AGI - La nuova tratta della Linea C della metropolitana consegna al centro di Roma non solo due nuove fermate, Colosseo/Fori Imperiali (fondamentale per il collegamento con la Linea B) e Porta Metronia, ma anche due importanti complessi archeologici integrati all'interno delle stazioni, trasformate in luoghi di fruizione culturale oltre che di mobilità.
Al Colosseo, gli scavi sotto via dei Fori Imperiali hanno portato alla luce delle terme romane di età imperiale, con ambienti riconducibili al percorso del bagno. I resti sono stati conservati in situ e inseriti nel progetto museale della stazione, che si sviluppa su quattro livelli interrati fino a oltre 30 metri di profondità e prevede anche il collegamento diretto con la Linea B. Il percorso di accesso alle banchine accompagna i passeggeri attraverso le stratificazioni storiche dell'area, in dialogo con il contesto monumentale del Colosseo e dei Fori. C'è anche un Oculus straordinario da cui osservare da una prospettiva unica l'Anfiteatro Flavio. Una nuova stazione che proietta Roma nel futuro, collegando le periferie con il suo centro storico.
La scoperta della caserma dei gladiatori a Porta Metronia
A Porta Metronia, invece, gli scavi hanno restituito un eccezionale complesso militare romano del II secolo d.C., identificato come una caserma dei gladiatori estesa per circa 1.300 metri quadrati. Il complesso comprende gli alloggi dei gladiatori, collocati su una quota più alta, e la domus del comandante con affreschi, mosaici e ambienti di servizio, disposti su un livello inferiore secondo un sistema di terrazzamenti legato all'antico andamento del terreno.
"Non sapevamo che qui sotto ci fosse una caserma romana, perché tutte le indagini preliminari avevano restituito solo pochi elementi", ha spiegato Simona Morretta, funzionario archeologo responsabile dello scavo di Porta Metronia. "La caserma abbiamo cominciato a intravederla a partire da sette metri e mezzo di profondità, fino ai dodici. Che ci fossero 1.300 metri quadrati di costruito antico non era deducibile: è stata un'enorme sorpresa". Una scoperta che ha imposto una scelta complessa sul proseguimento dei lavori.
Delocalizzazione dei reperti e il futuro museo
"Il momento è stato entusiasmante ma anche drammatico, perché bisognava decidere che cosa fare", ha aggiunto Morretta. "Distruggere i reperti non era possibile. Abbiamo quindi scelto una via nuova: il bene archeologico è stato delocalizzato, conservato e poi ricollocato nella stazione".
Nel caso di Porta Metronia, ha concluso, "data la straordinarietà del complesso, si è deciso di creare un vero e proprio museo", la cui apertura è prevista a partire da febbraio all'interno della stazione.
Il sistema delle archeostazioni e la complessità infrastrutturale
Dal punto di vista costruttivo, l'integrazione tra infrastruttura e archeologia ha richiesto soluzioni progettuali dedicate. "La stazione di Piazza Venezia è un'opera a parte, sette piani con lo snodo della Metro D. Un'opera immensa che dovrebbe terminare dopo dieci anni, nel 2033", ha dichiarato Marco Cervone, ingegnere del consorzio Metro C e direttore delle Costruzioni della tratta T3 per conto delle imprese guidate da Webuild, sottolineando la complessità delle stazioni del centro storico.
Colosseo/Fori Imperiali e Porta Metronia rientrano nel sistema delle archeostazioni della Linea C, sviluppato con la direzione scientifica del Ministero della Cultura e delle Soprintendenze competenti, che ha trasformato la presenza di un sottosuolo archeologico straordinariamente ricco in un'opportunità di valorizzazione permanente, facendo della metropolitana un luogo di attraversamento ma anche di conoscenza della storia di Roma. Due stazioni gioiello, con la prossima tappa l'apertura del museo di Porta Metronia a febbraio 2026.
INAUGURAZIONE STAZIONI METRO C COLOSSEO E PORTA METRONIA - VIDEO