AGI - Che ci si colleghi dalla cucina trasformata in ufficio, da una sala riunioni condivisa o dal tavolo di un coworking, le riunioni sono diventate un appuntamento fisso nelle giornate dei lavoratori italiani. Eppure, tra telecamere accese a metà, microfoni che captano rumori domestici e outfit “da remoto” (camicia elegante sopra e pantofole comodissime sotto), questi momenti non sempre regalano l’efficacia sperata.
ASUS Business, insieme a Research Dogma, ha esplorato abitudini e piccoli rituali degli italiani alle prese con meeting in presenza e video call. Il risultato? Un quadro fatto di tanto impegno, ma anche di insoddisfazione: le riunioni sono tantissime, ma spesso poco funzionali.
Italiani in riunione: sempre in movimento, ma a volte poco motivati
Nella routine frenetica di chi lavora, le riunioni e le video call sono ormai parte della routine, tanto che il 77% effettua da 1 a 5 riunioni settimanali, con un evidente contrasto tra uomini e donne. Le donne prediligono il contatto diretto, amano il confronto faccia a faccia. Gli uomini, invece, sembrano affezionati alle call da casa, forse per non rinunciare alla combinazione perfetta di camicia stirata sopra e pantaloncini sotto. Nonostante questo, solo poco più di 1 lavoratore su 5 (23%) percepisce le riunioni come davvero efficaci e le differenze di genere raccontano due modi diversi di vivere il lavoro. Se per il 24% degli uomini le riunioni sono troppe (e spesso percepite come lunghe), per il 22% delle donne, al contrario, sono troppo poche e registrano una mancanza di confronto e dialogo.
Call multitasking: quando la videochiamata diventa un sottofondo
Durante la video call, i comportamenti sono molto variegati e rivelano molto della cultura lavorativa italiana. Basti pensare che più della metà dei lavoratori – soprattutto uomini – tiene sempre la telecamera e il microfono accesi. Ma un’altra parte consistente fa l’opposto: il 67% spegne tutto e trasforma la call in una soundtrack da ascoltare mentre risponde alle mail, messaggia o prepara il pranzo. Non è un caso che 2 persone su 5 ammettano candidamente di fare altro durante le riunioni. Tra i comportamenti tenuti durante le call non mancano poi le cattive pratiche. Poco meno della metà dei lavoratori disturba la riunione lasciando il microfono aperto, mentre il 40% degli intervistati si irrita quando tutti parlano sopra tutti (una specialità molto italiana), eppure solo il 12% utilizza la funzione della mano alzata. Il risultato è quindi un coro confusionario che spesso fa rimpiangere il “poteva bastare una e-mail”.
La cura dell’immagine: una questione di genere nello smart working
Dalla ricerca emerge anche un dettaglio curioso, anche se forse prevedibile. Le donne curano luce, inquadratura e aspetto con grande attenzione, trasformando ogni call in un piccolo set professionale. Gli uomini, invece, si concentrano principalmente su ciò che appare alle loro spalle e, quando si parla di outfit, moltissimi scelgono la combo più famosa dello smart working: “camicia seria sopra, pantaloncini e pantofole sotto”.
Una soluzione comoda che racconta molto di come viviamo il lavoro ibrido. Questa ricerca conferma l’importanza di ripensare i momenti di confronto in azienda: i lavoratori desiderano riunioni più efficaci, processi chiari e un uso del tempo davvero prezioso. Come brand che supporta i professionisti, ASUS si impegna a colmare il divario tra tecnologia e pratiche quotidiane, offrendo strumenti, formazione e soluzioni concrete che migliorino davvero il modo in cui le persone collaborano.