AGI - Due orecchini, uno sul lobo, un altro ritrovato sulla scena del crimine, una catenina col ciondolo di un dente di squalo, alcuni braccialetti sul polso destro, uno dei quali col nome 'Chiara', l'orologio sul polso sinistro e la cavigliera. Il team legale e dei consulenti che assistono la famiglia Poggi sta svolgendo accertamenti su questi oggetti che la ragazza indossava la mattina del 13 agosto 2007 quando venne uccisa a Garlasco.
"Stiamo facendo molte cose tra le quali anche analizzare gli oggetti restituiti nel 2010 ai familiari. I giudici del primo processo d'appello all'epoca ce li negarono" spiega all'AGI l'avvocato Gianluigi Tizzoni che da sempre affianca i Poggi. Nell'ordinanza la Corte d'Assise d'Appello, che poi assolse Alberto Stasi prima che la Cassazione ribaltasse tutto, scriveva che erano "certamente inammissibili" le richieste dell'avvocato Tizzoni "di approfondimenti istruttori" che comprendevano anche altri reperti come i pantaloncini e la maglietta di Chiara Poggi.
I monili e i reperti esclusi dall'incidente probatorio
Nel corso delle indagini nel 2007, questi oggetti vennero sottoposti ad analisi dai carabinieri del RIS di Parma su delega della Procura. Dalla relazione tecnica su queste attività emerse tra le altre cose che "i braccialetti e l'orologio sono risultati imbrattati di tracce e non sono stati sottoposti a prelievo". Ora la parte civile vuole andare a fondo sui monili anche perché questi oggetti sono rimasti fuori dall'incidente probatorio. "Perché non sono entrati? È stata una decisione della Procura" risponde all'AGI Dario Redaelli, il consulente dei Poggi al lavoro su queste nuove verifiche.
La conservazione dei reperti e le critiche alla Procura
"Sono oggetti restituiti ai Poggi nel 2010 arrivati in perfetto stato di conservazione dall'Istituto di Medicina Legale di Pavia sui quali possiamo lavorare adesso. Del resto - è la nota critica dell'esperto che ieri sera aveva anticipato a 'Quarto Grado' il rinnovato interesse per questi reperti - abbiamo sempre manifestato uno spirito collaborativo e avremmo voluto metterci a disposizione di chi sta svolgendo le indagini ma non è stato possibile e siamo sempre rimasti ai margini". Il riferimento è anche a una dichiarazione del pm Stefano Civardi che, durante un'udienza dell'incidente probatorio, affermò, citando il libro del generale Roberto Vannacci: "In questo mondo al contrario ogni volta che vengo qui in udienza non mi confronto con le difese dell'indagato Andrea Sempio ma con le difese della persona offesa".
L'analisi del DNA di Sempio e le criticità della prova
"Se dovesse essere trovata una prova regina a carico di Sempio saremmo i primi a riconoscerlo - prosegue Redaelli - ma, al momento, l'unico dato nuovo che è emerso è la traccia sulla cannuccia dell'Estathé di Alberto Stasi. La famiglia Poggi, a differenza di com'è stata spesso descritta, è aperta a eventuali novità che però non ci sono". Il 18 dicembre è atteso l'epilogo del lungo incidente probatorio davanti alla giudice di Pavia Daniela Garlaschelli.
Le parti stanno preparando relazioni e osservazioni sulla perizia che conferma la riconducibilità al ramo paterno di Andrea Sempio del DNA sulle unghie di Chiara Poggi (non si può sapere se sopra o sotto le unghie), un esito raggiunto, a detta della poliziotta scientifica, tenendo conto di numerose "criticità" prima tra tutte l'impossibilità di stabilire se quella traccia sulle unghie di DNA "parziale, misto e non consolidato" fosse da contatto diretto o da trasferimento. L'incidente probatorio si annuncia come una sorta di anticipazione di un eventuale processo sul tema delle prove scientifiche con la giudice chiamata a decidere quali di elementi, dibattuti in questi mesi, possano assurgere a elementi da utilizzare in un possibile dibattimento.