AGI - Quando la giunta di Roberto Gualtieri si è insediata all’interno dell’amministrazione capitolina esattamente quattro anni fa, uno dei primi atti dell’assessore allo Sport e Grandi Eventi, Alessandro Onorato, fu quello di dare mandato agli uffici di effettuare controlli stringenti sui 119 impianti sportivi comunali esistenti.
Tra le irregolarità che allora emersero, una delle più gravi riguardava l’Ostiamare, tanto che il Comune di Roma chiuse lo stadio di via Amenduni, revocandone la concessione poiché la società presieduta da Roberto Di Paolo non disponeva delle necessarie autorizzazioni.
Le minacce contro l'assessore Onorato
L’assessore fu vittima anche di minacce da parte dei tifosi e per questo si rivolse alla procura di Roma, ma fu anche oggetto di una campagna mediatica da parte della rivista online '7 Colli' riconducibile alla famiglia di Paolo. Proprietario del sito online è infatti Dario Morra, cugino, di Alessandro di Paolo, figlio di Roberto, già presidente della squadra di calcio di Ostia, e oggi indagato dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dai pm Mario Dovinola e Vincenzo Palumbo nel fascicolo sui mutui facili di 'Banca Progetto', i finanziamenti al Cinema e le squadre di calcio, tra cui Triestina e Ternana, potendo contare sulle consulenze, in ambito sportivo, del direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani (estraneo all'inchiesta, così come la società della Capitale ndr), una vecchia 'volpe' del mondo del calcio.
AGI - che dal primo giorno si è occupata dell'inchiesta -, è in grado di rivelare, consultando il fascicolo sulla famiglia di Paolo e su '7 Colli' aperto a Piazzale Clodio che "Onorato è stato preso di mira con ricostruzioni manipolate e prive di riscontri dopo il caso della revoca della concessione all’Ostiamare, e che gli articoli del periodico sono stati oggetto di querela per diffamazione aggravata".
Il fuoco incrociato delle querele
Lo stesso assessore ha confermato ad AGI di aver querelato la rivista per quegli articoli. A questo ha fatto seguito una controdenuncia per calunnia. Secondo quanto scrivono gli investigatori in una informativa, "le pubblicazioni di 7 Colli non seguono criteri giornalistici, ma una logica di attacco personale, gli articoli utilizzano un linguaggio allusivo e volutamente ambiguo, ripropongono ciclicamente gli stessi argomenti, con piccole variazioni, per costruire un clima di sospetto".
L'inchiesta della Guardia di Finanza
La società 'Nuova 7 Colli' e Alessandro Di Paolo sono al centro dell’inchiesta della Guardia di Finanza coordinata dalla procura di Roma, perché accusati in concorso con altri di indebita percezione di erogazioni pubbliche. In particolare, all’amministratore unico della società, Dario Morra, oltre che ad Alessandro Di Paolo e Antonio Scaramuzzino, considerati gli amministratori di fatto, è contestato dagli inquirenti di aver percepito in totale 4 milioni e 200 mila euro da Banca Progetto "in violazione di ogni criterio di valutazione del merito creditizio con garanzia pubblica prestata dalla Banca del Mezzogiorno - Medio Credito Centrale Spa", come emerge dal capo di imputazione.
Nello specifico, il 26 gennaio del 2022 veniva assegnato un primo mutuo chirografario di 1 milione e 200mila euro dalla funzionaria di Banca Progetto Ida Ruggiero, che sarebbero dovuti servire per finanziare la società editoriale on line 'Nuova 7 Colli', ma che secondo la Gdf sono stati poi utilizzati per l’acquisto dell'intero capitale sociale dell'Ostiamare Lido Calcio Srl. Non soltanto.
Un altro mutuo di 3 milioni di euro era stato poi ottenuto il 26 ottobre del 2023 dalla '7 Colli Srl' che nel frattempo aveva ampliato il proprio oggetto sociale: da “editoriale on-line” alla “gestione di club e impianti sportivi”, e poi anche “alla produzione di gelati, sorbetti e altri prodotti”. E proprio per quest’ultimo scopo era stato chiesto e ottenuto dalla banca il finanziamento da 3 milioni, nonostante in sede di istruttoria l'analista di Banca Progetto, Patrizio Berardi (non coinvolto nell’indagine) avesse espresso parere contrario.
"Trattandosi di società presente in un settore di business completamente differente da quello in cui vuole entrare, l'importo richiesto appare eccessivo rispetto ai volumi attuali e prospettici dell'azienda; considerando inoltre che Banca Progetto è sostanzialmente l'unica banca affidante, inoltre, le fideiussioni sono di carattere più morale che di sostanza", si leggeva nel provvedimento di diniego.
I mutui 'allegri'
Ma poi a sbloccare la situazione, e così il finanziamento, era intervenuto direttamente l’amministratore delegato dell’istituto di credito, Paolo Fiorentino, oggi indagato per i 'mutui allegri' sia dalla procura di Roma sia da quella di Milano che, secondo quanto si apprende, sarebbe anche più avanti nelle indagini. Il manager avrebbe convinto il comitato dei creditori a concedere il prestito - come si legge nelle carte giudiziarie - con queste motivazioni: "l'investimento prospettato dalla società avrebbe comportato economia di scala e una sinergia nella distribuzione dei prodotti e le fideiussioni presentate erano capienti".
Inoltre, con l’ulteriore motivazione che i soci della “7 Colli” erano proprietari del marchio Crick Crock. "Circostanza non vera", hanno scritto il finanzieri nel decreto di perquisizione disposto il 24 novembre scorso nei confronti di 51 persone e diverse società, tra cui la “7 Colli”, appunto, e Alessandro Di Paolo e Antonio Scaramuzzino, considerati gli amministratori di fatto della società editoriale.
Gli accertamenti delle Procure
Mentre scriviamo, inoltre, sono in corso accertamenti da parte di altre procure, oltre a Milano e Roma, anche Terni e Velletri, su tutte le società riconducibili a Di Paolo e i flussi bancari legati alla sua famiglia. La convinzione degli investigatori riportata negli atti di indagine è che "si tratti di un'associazione vera e propria che si avvale di professionisti di vari settori".
Gli sviluppi dell'inchiesta dei pm capitolini
Ora però il fascicolo d’indagine romano si è arricchito di ulteriori dettagli. E sono tutti relativi all’uso che i Di Paolo hanno fatto della rivista. Oltre ad Onorato, infatti, nella lista stilata dagli inquirenti sulle presunte vittime delle campagne diffamatorie, compaiono manager e politici di diversi schieramenti.
Per esempio “7 Colli” dedica da anni una campagna contro Antonio Mallamo, già presidente di Astral, partecipata della regione Lazio, e oggi nel Cda di Roma Servizi Mobilità, la società del Comune di Roma che si occupa di trasporti pubblici, Ztl e parcheggi.
Sul punto, si legge in una informativa: "gli articoli che riguardano Mallano distorcono il suo ruolo nella governance del trasporto pubblico, insinuano collegamenti con presunte aree grigie e tentano di colpirne la reputazione professionale. Per questo, alcune di queste pubblicazioni sono oggi oggetto di querela per diffamazione, a dimostrazione della gravità delle accuse diffuse".
"Il metodo '7 Colli'"
Un particolare confermato ad AGI dallo stesso avvocato del manager, Francesco Scacchi. È il metodo '7 Colli' società che gli inquirenti ritengono un "mezzo mediatico in mano a un gruppo familiare travolto oggi da un’indagine giudiziaria e che viene utilizzato per attuare una delegittimizzazione programmata di dirigenti e amministratori attraverso ricostruzioni diffamatorie e prive di fondamento".