AGI - Un bonifico da quasi un milione di euro partito dalla Au 79, società di produzione e servizi che ha la sede in via Eustachio Manfredi 8, a Roma, all’interno di un immobile riconducibile alla famiglia di Alessandro Di Paolo. Soldi indirizzati, secondo quanto apprende l'AGI, alla Triestina calcio.
Questa sarebbe una delle 'prove' - secondo chi indaga -, dei legami finanziari esistenti e del rapporto strettissimo tra Antonio Scaramuzzino, difeso dall'avvocato Fabio Lattanzi, tra i migliori penalisti della Capitale, e lo stesso Di Paolo.
Ma, soprattutto, costituiscono un indizio importante del fatto che il denaro preso in prestito con la garanzia pubblica da Banca Progetto per la produzione di film, è poi stato usato per finanziare il mondo del calcio minore, la Triestina, ma anche la Ternana calcio.
La società Au 79 - la cui sede è stata perquisita recentemente dalla Gdf -, infatti, il 23 dicembre del 2022, aveva ricevuto dal comitato crediti di Banca Progetto, “indebitamente” secondo gli inquirenti, "un mutuo chirografario per 1 milione e 50 mila euro, in violazione di ogni criterio di valutazione del merito creditizio, esponendo dati mendaci relativi alla situazione economico - finanziaria dell'impresa ed omettendo informazioni rilevanti".
In particolare, l’agente mandatario della banca, Ida Ruggiero, al centro dell’inchiesta della procura - aggiunto Giuseppe Cascini, pm Mario Dovinola e Vincenzo Palumbo -, e del Nucleo Pef della Guardia di Finanza sui mutui 'allegri' concessi alle società di cui erano amministratori di fatto Di Paolo e Scaramuzzino, avrebbe omesso di effettuare le verifiche antifrode ed antiriciclaggio e non avrebbe effettuato nessuna analisi autonoma sulle effettive modalità di utilizzo del finanziamento finalizzato alla realizzazione del lungometraggio dal titolo "I Fratelli Re".
Ora gli investigatori starebbero stringendo il cerchio. Una parte di questi soldi sarebbero finiti a finanziare la Triestina calcio. Non solo. Il sospetto degli inquirenti è che Alessandro Di Paolo abbia ottenuto risorse pubbliche e usato una parte di queste per sostenere, tramite false sponsorizzazioni o finanziamenti simulati, altre società calcistiche. Tra queste anche l’Ostiamare, la Ternana e l'Ancona. Anche se, in quest'ultimo caso, la 'Romana Film', per bocca del titolare, smentisce soldi dati da Di Paolo.
Tornando alla Triestina, i finanziamenti utilizzati per sostenere la squadra giuliana - secondo gli investigatori -, sono stati ottenuti attraverso diverse società di comodo con fondi provenienti da Banca Progetto per un totale di circa 16 milioni di euro e “richiesti per finalità mai realizzate”. È su questo punto che si concentra l’attenzione di chi indaga che ritiene "Alessandro Di Paolo il dominus di un’intera struttura di cui ha il ruolo di coordinamento, indirizzo e gestione".
E c’è infine un altro aspetto su cui è concentrata l’attenzione degli investigatori che hanno acquisito all’interno del fascicolo i bilanci e le visure camerali di diverse società a lui riconducibili: “il ruolo di alcuni familiari dell’uomo che detengono quote societarie in compagini anch’esse coinvolte in operazioni aventi il medesimo scopo, una funzione di filtro e schermo operativo”, si legge ancora negli atti.