AGI - Il Policlinico Umberto I ha aperto una indagine interna per fare luce su un caso di molestie denunciato da una giovane paziente con un video via social.
"In queste ore - spiega in una nota la struttura sanitaria - sta circolando un video che coinvolgerebbe in maniera negativo un nostro operatore sanitario. In merito a ciò, come da prassi, il Policlinico Umberto I ha avviato un'attività istruttoria interna al fine di valutare se ci sono stati dei comportamenti oggetto di interventi disciplinari. Un approfondimento questo necessario anche per tutelare il lavoro degli operatori sanitari. Il Policlinico Umberto I continua il suo impegno per garantire ambienti di cura e di lavoro sani e rispettosi. La difesa della salute pubblica e il rispetto dei pazienti sono le priorità del nostro quotidiano, sulle quali non è possibile fare eccezione alcuna".
Nel video la 23enne racconta in lacrime quanto accaduto durante una visita e nel momento di sottoporsi a una tac. "Mi portano a fare una tac al cranio e il tecnico mi dice 'leva gli orecchini e la mascherina, perchè ha il ferretto'; io gli chiedo, ingenuamente, 'quindi devo togliere anche il reggiseno? Anche quello ha il ferretto', lui risponde professionalmente 'no, no, tanto la tac è solo cranio'. Poi, guardando i colleghi, tutti maschi, esclama 'certo, se poi lo vuoi togliere ci fai felici tutti'".
"Non so come si chiamasse - continua la giovane - presenterò reclamo ma voglio fare questo video perché sono stanca di dovermi interfacciare ogni giorno con queste cose, anche in un ambiente ospedaliero, che dovrebbe essere un ambiente sicuro. Sono qui perché sto male, sono una ragazzina di 23 anni che e' venuta al pronto soccorso alle 14.30 e alle 21 sta ancora qui a fare esami e il pensiero del medico che mi dovrebbe avere in cura e' quello di dire 'se ti vuoi levare il reggiseno ci fai contenti tutti?' Cosa vi passa per la testa quando pensate che questa cosa sia normale? Che questa cosa sia giusta? Che ci si possa ridere su? E che cosa dobbiamo fare noi, che ci continuate a dire che siamo pazze, che siamo pesanti? Questo è quello che dobbiamo vivere ogni giorno, anche in contesti che dovrebbero essere sicuri e professionali. Non so che cosa fare, non devono esistere cose del genere, non bisogna stare in silenzio davanti a cose del genere".