AGI - Un lunghissimo applauso della 'sua' Militello e l'Intermezzo di Cavalleria Rusticana hanno salutato Pippo Baudo, il conduttore televisivo morto il 16 agosto scorso all'età di 89 anni.
La folla ha riempito la piazza del santuario barocco di Santa Maria la Stella per seguire le immagini della cerimonia funebre proiettate su un maxischermo.
Il ricordo nella chiesa
Dentro la chiesa si sono alternate le voci di chi ha conosciuto di persona Baudo, dei suoi familiari, degli amici, di chi ha seguito la sua sofferenza e la sua riflessione spirituale nelle ultime settimane di vita. Baudo "ha sì conosciuto - ha detto don Giulio Albanese, padre spirituale di Pippo Baudo, nella sua omelia ai funerali del conduttore televisivo - e il favore del pubblico e la gioia di entrare, con garbo e competenza, nelle case di milioni di italiani. Ma al di là dei programmi e degli applausi, ciò che resta è la sua capacità di comunicare vicinanza, di dare spazio a tanti artisti e di custodire rapporti sinceri".
L'eredità di generosità e verità
"Molti lo ricordano come uomo generoso, discreto, pronto ad aiutare senza clamore. Nel nascondimento. Poco prima di morire, mi ha confidato che il successo (e lui, come sapete, ne ha avuto tanto) non basta a riempire il cuore... Il successo non basta a rendere felici! Questa è una parola di verità che risuona in sintonia con il Vangelo", ha aggiunto don Albanese, ricordandolo come un uomo "coraggioso contro la mafia".
Pippo Baudo, l'Enrico Mattei della Rai
La piazza di Militello si è poi riconosciuta nelle parole del sindaco, Giovanni Burtone, per il quale Baudo è stato "l'Enrico Mattei della Rai", ricordando la sua capacità "innovativa" e il suo impegno per lo sviluppo del Sud e l'integrazione del Mezzogiorno nel Paese attraverso la cultura. Baudo ha incarnato "un Mezzogiorno che non si deve mai rassegnare. Che deve lottare, che deve aiutare le forze dell'ordine, contro la mafia, per lo sviluppo. Pippo era un siciliano, un uomo del sud senza cappello in mano, ma consapevole del protagonismo che avrebbe dovuto avere la nostra terra".
Un familiare per Militello
"Aveva la schiena dritta, la testa alta. E noi lo abbiamo considerato un nostro familiare", ha aggiunto Burtone, ricordando che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo avrebbe voluto accanto a sé quando il 7 gennaio scorso inaugurò un istituto scolastico a Militello. La commozione di Militello si è rivelata con pienezza quando la bara è apparsa sul sagrato. Le note di Mascagni hanno sottolineato l'addio a Baudo, e sul maxischermo il suo sorriso e un semplice: "Ciao, Pippo. Grazie".