(AGI) - Brindisi, 16 ago. - Un ordigno è stato rinvenuto questa mattina in una stradina nei pressi dello studio professionale del sindaco di Ostuni, Angelo Pomes, in via Giovanni Palatucci, a poca distanza da piazza Libertà.
Indagini
Sul posto sono intervenuti gli artificieri, che hanno messo in sicurezza l'area e provveduto alla rimozione dell'esplosivo. Le indagini sono affidate al commissariato di Ostuni. Secondo gli inquirenti, l'episodio avrebbe natura intimidatoria nei confronti del primo cittadino. L'allarme è stato lanciato da un automobilista che aveva parcheggiato poco distante. Non si tratta del primo caso. Alla vigilia di Ferragosto, una telefonata anonima aveva segnalato la presenza di un ordigno all'interno di Palazzo di Città. In quell'occasione, i controlli avevano escluso la presenza di esplosivi. L'ordigno, secondo gli artificieri, non avrebbe potuto esplodere.
I precedenti
Non è il primo episodio inquietante che colpisce Pomes, eletto sindaco della "Città Bianca" nel maggio 2023 con una coalizione di centrosinistra. Alla vigilia di Ferragosto, infatti, una telefonata anonima aveva segnalato la presenza di un ordigno all'interno di Palazzo di Città. In quel caso, dopo i controlli, si trattò di un falso allarme.
Le parole del sindaco
Lo stesso sindaco ha commentato l'accaduto con una nota: "Come avrete letto, nella giornata di ieri è stato ritrovato un ordigno nei pressi del mio studio professionale. Un episodio grave, che non può essere sottovalutato. Si tratti o meno di un atto intimidatorio nei confronti della mia persona, è un segnale a cui nessuno dell'amministrazione che ho l'onore di guidare si piegherà. Al contrario - ha aggiunto - questo gesto rafforza la determinazione a proseguire con serietà e coraggio il percorso intrapreso nel 2023. Continuerò a lavorare seguendo i principi di trasparenza, legalità e responsabilità per il bene della nostra comunità'". Pomes ha inoltre espresso "piena fiducia" nelle forze dell'ordine e nella magistratura, ringraziandole per l'impegno.
Reazioni
Immediate le reazioni politiche. Il vicepresidente della Commissione Antimafia, Mauro D'Attis (Forza Italia), ha definito "grave a prescindere da ogni movente" quanto avvenuto, annunciando di aver già chiesto al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi di presiedere a Brindisi una riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica "per analizzare tutti gli episodi che, nei mesi scorsi, compreso quest'ultimo, si sono verificati nel territorio brindisino". Solidarietà è arrivata anche dai sindaci della provincia di Brindisi, che hanno parlato di "atto di inaudita gravità, perché mira a colpire un sindaco nell'esercizio delle sue funzioni" definendolo un "attentato ai meccanismi e al corretto funzionamento della democrazia". Il segretario regionale del Pd, Domenico De Santis, ha sottolineato come si tratti del "31 amministratore pugliese del Partito Democratico colpito da minacce o atti intimidatori riconducibili a contesti mafiosi o criminali". "Un dato - ha spiegato - che racconta la pressione che tanti sindaci, assessori e consiglieri vivono sulla propria pelle. Colpire un sindaco significa colpire una comunit e la democrazia. Non permetteremo a nessuno di condizionare le decisioni pubbliche con la violenza". De Santis ha ricordato che, secondo l'ultimo rapporto nazionale Amministratori sotto tiro di Avviso Pubblico, nel 2024 in Italia sono stati censiti 328 episodi intimidatori, di cui 41 in Puglia. Un quadro che, secondo il Pd pugliese, "impone una risposta corale delle istituzioni e della società'".