AGI - C'era una volta la busta, consegnata in due modi diversi: in anticipo sulla data, con discrezione e sempre con il timore di non aver inserito la cifra giusta che poteva dare adito a critiche più che a riconoscenza.
Oppure esibita durante i festeggiamenti con orgoglio, perché il peso era considerevole e la reazione di giubilo assicurata. L'avvento dell'Iban in calce alla partecipazione, virtuale o ancora cartacea, ha cambiato usi e costumi del regalo nuziale in soldi.
Il tramonto della busta e l'alba dell'iban
Resta immutata la finalità del cadeau: che serva a finanziare ricevimento, spese di allestimento del nido per i novelli sposi; oppure per le coppie moderne, che hanno già sperimentato lunga o breve convivenza in base al modello Ikea, per pagare un fantasmagorico viaggio di nozze. Bene, anche questo è passato, in nome delle nuove regole di marketing che suggeriscono di stimolare la dilatazione dei cordoni della borsa con la promessa di partecipare a un evento esclusivo. E per rendere più efficace il messaggio basta accompagnarlo con la possibilità di accedere ugualmente ma in area "povery".
Il biglietto per il matrimonio, una nuova frontiera?
Non ci sarà un così sadico e sottile studio di mercato dietro l'idea lanciata da una coppia di sposi, poveri ma belli, che all'ormai inflazionato iban per regali in soldoni sonanti ha sostituito un biglietto per partecipare al matrimonio e alla sua preparazione. Perché non si trattava solo del ricevimento da pagarsi, ma di un intero weekend di festa. E la differenza tra l'accesso con biglietto base e biglietto premium è notevole. Nel primo caso con 57 dollari, quasi 49 euro, ci si poteva pagare solo la cena di Steve e Marley Larsen, giovane coppia di Bose, nell'Idaho. Ma con 997 dollari, quasi 858 euro, si poteva partecipare alla cena di prova, al brunch biohacking e all'area relax, con tanto di posti riservati e prioritari. E l'area vip è stata molto più affollata del recinto destinato ai parenti poveri o a quelli che a ben figurare non ci tengono proprio.
Un successo inaspettato e la beneficenza
E se l'obiettivo degli sposi era solo recuperare le spese, a fine festa il ricavato ha superato ogni aspettativa: più di 130 mila dollari, molto più di quanto era necessario per pagare il ricevimento. E infatti gli sposi che non intendevano lucrare, hanno deciso di devolvere in beneficenza, a favore di un villaggio in Kenya, la quota in più.