AGI - Nella Silicon Valley le grandi aziende tecnologiche stanno pagando cifre esorbitanti per reclutare talenti d'élite nel campo dell'intelligenza artificiale. Una guerra così frenetica che può essere paragonata a quella delle franchigie sportive che competono per accaparrarsi atleti superstar nel calcio o al mercato stratosferico delle stelle dell'NBA. I giovani ricercatori di intelligenza artificiale vengono reclutati con pacchetti retributivi a nove cifre, strutturati per essere distribuiti in diversi anni. Un mercato che ha portato molti giovani a rivolgersi ad agenti per ottenere il massimo dalle aziende, esattamente come le star dello sport, ma con una differenza: le aziende di intelligenza artificiale con grandi capitali come Meta, OpenAI e Google non hanno limiti salariali.
L'offerta record di Meta per un ricercatore
L’ultimo caso, in ordine cronologico, è stato riportato dal New York Times. Si tratta di Matt Deitke, un ricercatore di intelligenza artificiale di 24 anni che aveva recentemente contribuito a fondare una startup. Ad avvicinarlo, Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Meta.
La superintelligenza e le cifre astronomiche
Zuckerberg voleva che Deitke si unisse al progetto di ricerca di Meta dedicato alla "superintelligenza", una tecnologia che potrebbe ipoteticamente superare il cervello umano. In un primo momento, Meta avrebbe offerto al 24enne circa 125 milioni di dollari in azioni e liquidità in quattro anni se fosse entrato a far parte dell'azienda. Ma, così come ha riportato il New York Times, Deitke avrebbe rifiutato. Salvo poi accettare quando Zuckerberg avrebbe rivisto l’offerta promettendo circa 250 milioni di dollari in quattro anni, di cui potenzialmente fino a 100 milioni di dollari da pagare nel primo anno. E pensare che l’ultimo contratto quadriennale di Curry con i Golden State Warriors costava 35 milioni di dollari, 150 milioni in meno rispetto all'accordo di Deitke con Meta.
La corsa alla leadership tecnologica
Questo ha reso le battaglie per i talenti dell'intelligenza artificiale ancora più accese. L'influenza dei ricercatori di intelligenza artificiale nella negoziazione delle condizioni di lavoro è aumentata da quando OpenAI ha rilasciato il chatbot ChatGPT nel 2022, dando il via alla corsa per la leadership tecnologica. Ma è stato è avvalorato anche da un grosso problema: pochi ricercatori hanno esperienza con i sistemi più avanzati e risultato non poteva che portare ad una nuova guerra dei talenti, con compensi che sono saliti da milioni di dollari l'anno a centinaia di milioni di dollari l'anno. Il mercato dei geni dell’informatica nella Silicon Valley è diventato così entusiasmante che la reciproca sottrazione di dipendenti tra Meta, Microsoft, Google e OpenAI è diventato uno “spettacolo” seguito sui social media dagli appassionati, così come si seguono i propri idoli sportivi.