AGI - "Siamo più vicini che mai ai giovani che soffrono i mali più gravi, causati da altri esseri umani. Siamo con i giovani di Gaza, siamo con i giovani dell'Ucraina, con quelli di ogni terra insanguinata dalla guerra", "voi siete il segno che un mondo diverso è possibile: un mondo di fraternità e amicizia, dove i conflitti non si risolvono con le armi ma con il dialogo". Cosi' all'Angelus in inglese si è rivolto Papa Leone XIV ad oltre un milione di ragazzi che a Tor Vergata hanno partecipato alla messa conclusiva del Giubileo a loro dedicato, "una cascata di grazia per la Chiesa e per il mondo intero!", come lo ha definito il Pontefice che ha annunciato le date della prossima Gmg di Seul nel 2027, dal 3 all'8 agosto.
"Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno". È l'esortazione ai ragazzi al termine dell'omelia. "Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo". Il Pontefice ha ripreso le parole di Giovanni Paolo II che durante la Gmg del 2000 invitava i ragazzi fare della "vita qualcosa di grande", "per migliorare - diceva - voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna".
E Leone ha citato anche gli insegnamenti dei beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, presto Santi. E ha rimarcato le parole del suo predecessore Francesco, quando due anni fa, durante la Gmg di Lisbona rassicurava i ragazzi: "Non allarmiamoci se ci troviamo interiormente assetati, inquieti, incompiuti, desiderosi di senso e di futuro. Non siamo malati, siamo vivi!".
Leone quindi, alternando l'omelia anche con passaggi in spagnolo e in inglese, ha invitato ad aspirare "continuamente a un 'di più che nessuna realtà creata ci può dare".
Non si è fatti per una "vita dove tutto è scontato e fermo, ma per un'esistenza che si rigenera costantemente nel dono, nell'amore". "Non inganniamo il nostro cuore" con "surrogati inefficaci"; anzi, spalanchiamo il cuore a Dio. E le fragilità di cui ci parlano, ha aggiunto, non sono "argomenti 'tabu'', da evitare" ma "parte della meraviglia che siamo".
Non si può ignorare "un bisogno di verità" che "ci porta a chiederci: cos’è veramente la felicita'? Qual è il vero gusto della vita? Cosa ci libera dagli stagni del non senso, della noia, della mediocrita'?", si è domandato Leone.
"La pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo ne' da cio' che possediamo" ma "e' legata piuttosto a cio' che con gioia sappiamo accogliere e condividere. Comprare, ammassare, consumare, non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto", per renderci conto "che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità", facendo crescere in noi sentimenti "di perdono, di pace".
È un abbraccio immenso dei giovani a Leone. Oltre un milione a Tor Vergata per la conclusione del loro Giubileo. Hanno trascorso la notte li' con sacchi a pelo e teli termici. "Spero abbiate dormito un po'", ha detto affettuosamente il Papa prima della celebrazione. E durante il lungo giro con la jeep bianca tra i numerosi settore della spianata, i ragazzi hanno lanciato pelouche e bandiere dei loro Paesi in segno di affetto.
Da segnalare il "piccolo contrattempo" all'arrivo dell'elicottero a Tor Vergata. Il pilota avrebbe dimenticato di sorvolare l'area prima dell'atterraggio. Quindi, una volta toccato il suolo, Leone ha fatto di nuovo decollare il velivolo, per poi farlo ritornare nell'eliporto.