AGI - Dopo cinque giorni di incontri, catechesi, testimonianze e preghiera nelle parrocchie e nei centri di accoglienza sparsi per tutta la città, i giovani accorsi da ogni parte del mondo (oltre 500 mila ma altri sono ancora in viaggio) si stanno ora muovendo, a piedi, in bus, in metro e alcuni gruppi anche in bici, in pellegrinaggio, verso Tor Vergata.
È qui, nella grande spianata alla periferia sud-est della Capitale, che si terranno la veglia serale e la messa conclusiva del Giubileo dei Giovani, questa sera, sabato 2, e domani, domenica 3 agosto.
La Vela di Calatrava come punto di riferimento
Video Thomas Cardinali
In lontananza, a indicare la via come un faro contemporaneo, si staglia la grande "Vela di Calatrava", l'imponente struttura architettonica in acciaio progettata dall'architetto spagnolo Santiago Calatrava. Incompiuta da anni e per lungo tempo simbolo di spreco e degrado, in queste ore la Vela si è trasformata per migliaia di giovani in un punto di riferimento per il loro cammino: la sua silhouette, visibile da grande distanza, guida i gruppi provenienti da ogni angolo del pianeta. Secondo i dati ufficiali diffusi dagli organizzatori, sono rappresentate ben 146 nazioni. Circa il 70% dei partecipanti proviene dall'Europa, ma non mancano delegazioni da paesi martoriati da guerre e crisi, come Gaza, Siria, Myanmar, Iran, Sud Sudan e Ucraina.
Meloni: "Fate chiasso come 25 anni fa..."
"In questi giorni Roma è letteralmente invasa da centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze che provengono da tutto il mondo per partecipare al Giubileo dei Giovani. Camminando per Roma si incrociano bandiere da ogni nazione, ragazzi riuniti in preghiera che cantano, scherzano tra loro, festeggiano quando incrociano altri ragazzi che sventolano la stessa bandiera o parlano la stessa lingua. Insomma una festa straordinaria, di fede, di gioia e di speranza, che ci riempie il cuore e che ci emoziona nel profondo". Lo dice in un video messaggio, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Ecco perché - sottolinea la premier - anche io voglio dare il benvenuto a Roma a tutti i giovani che sono arrivati nella nostra Capitale per partecipare a qualche cosa di unico e che ricorderanno per tutta la vita. Perché il Giubileo dei Giovani, la Giornata mondiale della Gioventu', tutto cio' che accade attorno a questi eventi, non si dimentica facilmente. Una esperienza che rimane incisa nel cuore e che può imprimere nella vita una direzione diversa".
"Tra poche ore Papa Leone XIV - ricorda Meloni - presiederà la grande veglia sulla spianata di Tor Vergata nello stesso luogo dove 25 anni fa San Giovanni Paolo II ha radunato oltre 2 milioni di persone e pronunciato parole che sono rimaste nella storia. Quel giorno di 25 anni fa ha cambiato la vita di tantissimi, ha lenito ferite, ha aperto gli occhi, ha indicato il cammino. Io non ho avuto la fortuna di vivere quella notte ma sono testimone di chi quella notte ha trovato una risposta alle sue domande e ha capito quale dovesse essere la direzione della sua esistenza. In quella notte di preghiera, di fede, di amore, di grandi emozioni, milioni di 'sentinelle del mattino' hanno accompagnato l'alba del nuovo Millennio e hanno fatto sentire un 'chiasso' che Roma non ha più dimenticato. Quindi - conclude - cari ragazzi, è arrivato il momento di far risentire a Roma quel 'chiasso' e di vivere una giornata che rimarrà nella storia di questa città. Ancora benvenuti a tutti, buon Giubileo".
Provenienza e significato del pellegrinaggio
La presenza più numerosa tra quelle extraeuropee (non essendo una vera Gmg mancano i servizi statici offerti le altre volte dai collaudati organizzatori) viene dal Nord America, dove oltre 5.000 giovani si sono riuniti a Roma sotto la bandiera di un'unica festa continentale. Dall'Africa le presenze sono meno numerose ma ugualmente significative: dalla Tanzania ad esempio sono arrivati più di 200 ragazzi, molti dei quali per la prima volta fuori dal loro paese.
Ma si registrano arrivi anche da villaggi remoti delle Filippine, da piccole diocesi dell'Amazzonia e da comunità cristiane del Medio Oriente. In un mondo segnato da conflitti, disuguaglianze e divisioni, questo pellegrinaggio verso Tor Vergata assume un valore emblematico: giovani che parlano lingue diverse, che provengono da contesti sociali opposti, marciano insieme, pregano insieme, si ascoltano e si sostengono.
Un messaggio di speranza
La fatica condivisa del cammino, le notti trascorse sui pavimenti delle palestre delle scuole romane o nelle tendopoli della Protezione Civile, gli abbracci spontanei e i sorrisi tra sconosciuti, diventano un messaggio silenzioso ma potente: un'altra umanità è possibile. E la Vela di Calatrava - quel gigante bianco che per anni è rimasto un cantiere abbandonato - si lascia finalmente investire da un senso nuovo. Non è solo una struttura: è il segnale che si avvicina la meta, il segno che i popoli stanno convergendo. Non più simbolo di una promessa mancata, ma orizzonte di speranza, vela spiegata verso un futuro da costruire insieme.