AGI - Primi indagati nell'inchiesta della Procura di Milano sull'aggressione ai danni di padre e figlio ebrei in un'area di sosta dell'autostrada Milano-Laghi, a Lainate. L'ipotesi di reato formulata dal pm Eugenio Fusco è di 'percosse aggravate dall'odio razziale'. Nella preesunta aggressione di domenica scorsa sarebbero coinvolti, con ruoli tutti da definire, due gruppi di italiani di seconda generazione appartenenti ad altrettanti nuclei familiari.
È quanto risulta dagli accertamenti in corso della Procura di Milano. Nel pomeriggio il pm Eugenio Fusco ha ricevuto gli agenti della Digos che hanno portato gli esiti parziali delle loro attività finalizzate all'esame delle telecamere e all'identificazione dei protagonisti della vicenda. Da valutare anche le testimonianze di chi era presente.
Sono una decina le persone sulle quali si sta puntando l'attenzione, non è detto che siano state tutte coinvolte attivamente nell'azione violenta la cui dinamica è ancora da chiarire. Ci sono stati certamente degli insulti antisemiti contro padre e figlio, come testimoniato dal video postato sui social dal 52enne turista ebreo francese, mentre sulla presunta aggressione fisica il quadro è meno definito anche perché non c'erano telecamere nella zona del bagno dell'autogrill e non è stato presentato un referto medico agli inquirenti. L'uomo ha scritto nella denuncia di essere stato colpito con calci e pugni dopo essersi rifiutato di cancellare le immagini riprese col suo telefono.
La versione dei presunti aggressori
“Sono i miei assistiti a essere stati insultati e aggrediti anche fisicamente, tanto da riportare delle lesioni accertate in ospedale”. L’avvocato Federico Battistini, legale dei presunti aggressori fornisce ai media una versione completamente diversa su quanto accaduto domenica scorsa nell’area di sosta di Lainate e annuncia di avere depositato una querela in Procura a Milano.
“Sono i miei assistiti a essere stati insultati e aggrediti, quella raccontata è una versione parziale e tendenziosa” è la tesi di Battistini che parla di “infamanti accuse di antisemitismo a loro rivolte”. “Il noto video raffigura una minima parte di quanto accaduto ed è stato strumentalizzato per lamentare presunte condotte antisemite che in realtà di antisemita non hanno proprio nulla e per fomentare un clima di odio che costituisce un serio pericolo per la incolumità degli individui da me patrocinati - scrive il legale -. Il 27 luglio, attorno alle 20, i miei assistiti si sono fermati all’autogrill di ritorno da una vacanza sul Lago Maggiore. Sono entrati, hanno pagato la consumazione alla cassa e son andati al bancone per prendere un caffè. È sopraggiunto un uomo che ha iniziato a fissarli con insistenza, forse perché parlavano arabo. Questo individuo ha rivolto le sue attenzioni in particolare alle donne del gruppo, le quali indossavano dei ciondoli raffiguranti la cartina geografica palestinese. Passando loro accanto, il signore francese si è rivolto all’indirizzo dei miei assistiti dicendo loro: “Figli di puttana palestinesi” e “Terroristi”. Questa grave offesa è stata percepita molto chiaramente, perché uno dei ragazzi appartenenti al gruppo conosce bene ilfrancese. A fronte di queste gravi affermazioni, il ragazzo si è limitato a rispondere, sorridendo, ‘Free Palestine’”.
A quel punto, è sempre la versione di Battistini, "prima di girare il video che è poi stato oggetto di strumentalizzazione, l’uomo che oggi accusa falsamente i miei patrocinati di essere stato aggredito per motivi di odio etnico, nazionale, razziale o religioso ha rivolto alla compagnia di origine palestinese gesti offensivi, insulti razzisti e sessisti e minacce. Da qui la reazione dei miei assistiti e dei loro familiari, ripresa con il cellulare, scevra da qualsivoglia finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso. Nel video, peraltro, si percepisce chiaramente l’uomo sfidare i presenti a uscire dall’autogrill e rivolgere loro insulti (“Stai zitto stronzo”, “Figlio di puttana”, “Vai a crepare”), oltre a inneggiare provocatoriamente a Israele (“Am Yisrael Chai”, “Viva Israele”). Successivamente, sempre l’uomo che lamenta di essere stato vittima della aggressione, è in realtà stato il primo a tirare una testata a uno dei miei assistiti, “colpevole” di avergli chiesto di cancellare il video di cui sopra in quanto lesivo della propria privacy, e a scagliare un pugno al volto del di lui fratello. I ragazzi si sono poi recati al Pronto Soccorso, ove sono state diagnosticate lesioni, nello specifico trauma cranico e contusioni da percosse. In relazione a tali fatti è stata presentata una querela all’attenzione della Procura”. Raggiunto telefonicamente dall’AGI, il legale spiega che “sono due le persone ad avere subito lesioni in un gruppo di sei-sette persone” e di non voler diffondere i loro nomi “perché hanno paura per la loro incolumità fisica”.