AGI - I decessi recenti a causa del West Nile virus "registrato allo Spallanzani impongono serietà, trasparenza responsabilità e adeguate professionalità. Non è tempo di silenzi. Non è il tempo dell’allarme, ma delle azioni concrete e tempestive". Così, in un'intervista all'AGI, il professor Francesco Vaia, oggi componente dell’Autorità Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità, ma prima direttore dell’Inmi Spallanzani e della prevenzione al ministero della Salute.
E il professore lancia anche una proposta: creare un "Centro operativo europeo per la prevenzione delle arbovirosi, con sede o nodo in Italia, ma con strumenti veri, operativi ed impegno finanziario". Un "Centro" che deve avere come obiettivo quello di "coordinare interventi larvali e disinfestazioni preventive; unificare la sorveglianza predittiva; parlare con una voce unica ai cittadini; usare tecnologia e IA per anticipare i rischi", spiega Vaia che immagina l’Italia come "ponte tra OMS, ECDC, Mediterraneo e Africa, portando la voce della prevenzione giusta, concreta, condivisa".
Vaia di virus se ne intende: è stato in prima linea durante l'intera emergenza Covid creando di fatto un 'Modello Lazio' apprezzato in tutta Europa. Dopo il Coronavirus - è l'idea del professore -, "non possiamo più improvvisare. L’Italia ha già fatto da laboratorio: ora può guidare anche in questa nuova sfida".
L'idea di base è sempre la stessa: il cittadino al centro del progetto di difesa. Una consapevolezza responsabile. "Gli italiani sono già attenti: si proteggono, usano spray, eliminano l’acqua stagnante - ricorda -. Ma la prevenzione individuale non basta. Serve una risposta pubblica, programmata, sistemica".
È qui che deve entrare in gioco lo Stato. Va attivata una "sorveglianza predittiva integrata: dati climatici, sanitari, entomologici, IA. Larvicidi mirati e tempestivi, nei periodi giusti, non post-emergenza - spiega Vaia -. Trappole intelligenti (ovitraps) per monitorare e agire. Mappatura delle zone umide a rischio: Agro Pontino, Alto Casertano, Pianura Padana. No all’improvvisazione, sì a disinfestazioni calendarizzate. Chiarezza di responsabilità: niente scaricabarile su ASL o Comuni".