AGI - Un giallo avvolge le circostanze della morte di Celeste Pin, l'ex difensore e bandiera della Fiorentina, trovato senza vita nel suo appartamento sulle colline fiorentine lo scorso martedì. Mentre la Procura della Repubblica di Firenze procede con l'ipotesi di suicidio, l'ex moglie del calciatore, Elena Fabbri, ha presentato una denuncia contro ignoti per omicidio, chiedendo agli inquirenti di non archiviare il caso come un gesto volontario e di esplorare piste alternative. Una mossa che apre scenari inquietanti e tinge di mistero la scomparsa di un uomo amato e stimato.
Una carriera esemplare
Nato a San Martino di Colle Umberto nel 1961, Celeste Pin è stato un calciatore che ha lasciato un'impronta nel calcio italiano, e soprattutto a Firenze. Difensore roccioso e carismatico, divenne un pilastro della Fiorentina degli anni '80 e dei primi anni '90, collezionando oltre 200 presenze in maglia viola e indossando con orgoglio la fascia di capitano. La sua carriera lo vide protagonista anche con le maglie di Perugia, Verona e Siena, per un totale di 263 partite in Serie A.
L'impegno nel settore immobiliare e con i giovani
Appesi gli scarpini al chiodo, Pin era rimasto a vivere a Firenze, città che lo aveva adottato. Lontano dal calcio che conta, si era reinventato con successo nel settore immobiliare, ma senza mai abbandonare la sua prima passione. Si dedicava ai giovani, ricoprendo ruoli dirigenziali in diverse società calcistiche dilettantistiche e trasmettendo la sua esperienza alle nuove generazioni. Chi lo conosceva lo descrive come una persona riservata ma cordiale, un "difensore gentiluomo" anche fuori dal campo.
La notizia della morte e l'ipotesi del suicidio
La notizia della sua morte, avvenuta a 64 anni, ha scosso il mondo dello sport e la città di Firenze. L'ipotesi iniziale, formulata dagli inquirenti intervenuti nell'abitazione di via dei Massoni, è stata quella del suicidio. Un'ipotesi che però, fin da subito, ha lasciato attoniti amici ed ex compagni, incapaci di associare un gesto così estremo alla figura solida e apparentemente serena di Pin.
La svolta: "Non era depresso, indagate"
A dare voce a questi dubbi è stata l'ex moglie, Elena Fabbri. Non convinta dalla tesi della depressione come movente del presunto suicidio, ha deciso di rivolgersi alla magistratura. La sua denuncia chiede di fare piena luce sugli ultimi istanti di vita dell'ex calciatore. Secondo quanto riportato dal "Corriere Fiorentino", che ha dato la notizia, la Fabbri contesta l'idea che Pin fosse in uno stato depressivo tale da giustificare un gesto autolesionistico.
Le richieste di Elena Fabbri
Le richieste avanzate alla pm Silvia Zannini sono precise e mirano a scandagliare ogni possibile anomalia. L'ex moglie ha sollecitato l'esecuzione di un esame tossicologico approfondito, per verificare l'eventuale presenza di sostanze che possano aver alterato lo stato di Pin o essere state somministrate da terzi. Inoltre, ha chiesto il sequestro e l'analisi del telefono cellulare dell'ex giocatore, per esaminare messaggi, chiamate e qualsiasi attività digitale che possa fornire un indizio su contatti o eventi accaduti nelle ore precedenti al decesso.
Un uomo attivo con progetti futuri?
La Fabbri, secondo le fonti, avrebbe descritto un Celeste Pin attivo, con progetti futuri e in buona salute. Una versione che cozza frontalmente con il ritratto di un uomo vinto dal "male di vivere". L'inchiesta, inizialmente aperta per omicidio colposo senza indagati – un atto tecnico per poter procedere con gli accertamenti come l'autopsia – si trova ora a un bivio. La Procura ha disposto la restituzione della salma alla famiglia, ma la denuncia dell'ex moglie impone una riflessione e, potenzialmente, una nuova direzione per le indagini.