AGI - È durata 14 giorni la latitanza del 26enne Andrea Cavallari, uno dei componenti della 'banda dello spray' che, nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018, scatenò il panico all'interno del 'Lanterna Azzurra Clubbing' di Corinaldo, spruzzando una sostanza urticante per compiere alcune rapine all'interno del locale, dove centinaia di persone attendevano l'esibizione di SferaEbbasta. Davanti all'uscita, nella calca che si era creata, morirono 5 adolescenti e una mamma di 39 anni.
Il giovane della bassa modenese era stato condannato in via definitiva a 11 anni e 10 mesi per la strage di Corinaldo. Era scomparso il 3 luglio scorso, dopo aver discusso la tesi di laurea in legge presso l'università di Bologna. I carabinieri e gli agenti della polizia penitenziaria, operando in collaborazione con Eurojust (l'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria, ndr.) e la polizia spagnola, che ha eseguito la cattura, lo hanno rintracciato a Loret del Mar, città della Costa Brava della Catalogna, a circa 70 chilometri da Barcellona. Stava per lasciare un albergo, nel quale si era registrato con un falso nome e aveva con sé soldi falsi, circa 800 euro.
"È stata un'evasione studiata, progettata e programmata - ha spiegato il procuratore generale delle Marche, Roberto Rossi - il che lascia intendere che ci sia poco spazio, da parte di Cavallari, per rimorsi e ripensamenti su questa fuga". Gli inquirenti lo hanno individuato seguendo le diverse tracce digitali che il latitante stava lasciando, potendo godere anche di una serie di appoggi sui quali si sta occupando la procura di Bologna. "Una delle caratteristiche della sua latitanza è stata la disponibilità economica - ha sottolineato il colonnello Roberto Di Costanzo, comandante provinciale dei carabinieri di Ancona - e forse è stato anche questo ciò che lo ha tradito. La latitanza fatta in Spagna, spendendo soldi in vari luoghi e frequentando alberghi, è stata una carta vincente per arrivare alla sua localizzazione".
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