AGI - I carabinieri della compagnia di Tivoli hanno arrestato un 66enne, Cantoniere di Città metropolitana di Roma Capitale, accusato di peculato, spaccio e morte come conseguenza di altro reato.
L'uomo, 66enne originario di Ciciliano, spacciava eroina con il furgone della società e per ricevere le ordinazioni di droga utilizzava il cellulare aziendale. Non solo: spesso utilizzava la sostanza stupefacente all'interno del mezzo di servizio. Secondo quanto emerge dalle indagini, un tossicodipendente, che aveva ricevuto una dose di eroina dal cantoniere è morto per un'overdose il 30 luglio del 2024. Insieme al 66enne i militari - in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Tivoli su richiesta della procura -, hanno arrestato anche un 74enne italiano destinatario, come il cantoniere, della misura degli arresti domiciliari, e un 30enne gambiano destinatario dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Anche per loro le accuse sono quelle di morte come conseguenza di altro delitto, detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e peculato.
Le indagini, avviate tempestivamente dopo il decesso, hanno permesso di ricostruire con grande precisione l'intera dinamica degli eventi che si sono svolti nell'abitazione in cui la vittima ha perso la vita. Grazie a un meticoloso lavoro investigativo, coordinato dal procuratore di Tivoli Francesco Menditto, è stato possibile identificare con esattezza le persone coinvolte nella cessione della droga e ricostruire il percorso attraverso il quale la droga è giunta nelle mani della vittima. Dalle attività svolte è emerso che, nella mattinata del 30 luglio, la vittima si era recata presso l'abitazione di un suo conoscente 74enne, in compagnia di un altro uomo di 66 anni, dipendente di un ente pubblico. Entrambi i soggetti avevano procurato e fornito l'eroina utilizzata dalla vittima, nonostante fossero pienamente consapevoli delle sue precarie condizioni di salute. In particolare, il dipendente pubblico si era accordato con l'uomo 74enne per procurargli la sostanza stupefacente in cambio di una dose di eroina. Per questo motivo, aveva accompagnato quest'ultimo presso la nota piazza di spaccio di Ponte di Nona, dove la droga è stata acquistata da un pusher di 30 anni, originario del Gambia.
Successivamente, i due si erano recati presso l'abitazione del 74enne, dove la vittima ha consumato la dose letale tramite iniezione endovenosa, causando il tragico esito. L'attività investigativa ha anche messo in luce un più ampio contesto criminale, evidenziando come il dipendente pubblico svolgesse abitualmente un ruolo di intermediario nel traffico di droga tra acquirenti e pusher operanti nelle zone di Ponte di Nona e Tor Bella Monaca.
Nelle piazze di spaccio con il lampeggiante
In cambio di alcune dosi di sostanza stupefacente, accompagnava personalmente gli acquirenti dai fornitori, divenendo agli occhi degli stessi una figura di riferimento affidabile e un vero e proprio 'garante' della buona riuscita delle compravendite.Ulteriore gravità è stata riscontrata nell'utilizzo, da parte del dipendente pubblico, di un'autovettura di servizio dell'ente di appartenenza, dotata di lampeggiante, per recarsi presso le piazze di spaccio anche durante l'orario di lavoro. Tale modalità operativa sembrerebbe essere stata scelta con l'intento di eludere eventuali controlli delle forze dell'ordine, approfittando della copertura garantita dal mezzo istituzionale. È stato infatti documentato come l'acquisto di eroina avvenuto il 30 luglio si sia svolto con l'utilizzo dello stesso veicolo.
Le indagini hanno inoltre evidenziato che il dipendente pubblico consumava talvolta la droga insieme agli acquirenti, anche all'interno dell'autovettura di servizio, confermando cosi' la sua profonda immersione nelle dinamiche dello spaccio. Un pusher, già identificato, è attualmente sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, misura disposta dall'autorità giudiziaria in seguito agli elementi raccolti.
Roma Città metropolitana, provvedimenti disciplinari di massimo rigore
Il Capo di Gabinetto di Città metropolitana di Roma Capitale, Francesco Nazzaro, ha assicurato che verranno assunti "immediatamente i provvedimenti disciplinari di massimo rigore" di fronte "a un quadro accusatorio di tale gravità".