AGI - Il gip di Roma ha archiviato l'indagine relativa alla morte del 33enne cooperante Onu italiano Mario Paciolla, deceduto in circostanze mai chiarite in Colombia il 15 luglio del 2020.
La procura già una prima volta aveva sollecitato l'archiviazione del procedimento e il giudice aveva risposto ordinando ulteriori accertamenti. Adesso la seconda richiesta dei pm ha trovato d'accordo il gip.
La reazione della famiglia
"Prendiamo atto con dolore e amarezza della decisione del tribunale di Roma di archiviare l'omicidio di nostro figlio Mario" - lo scrivono in una nota Anna e Giuseppe Paciolla con le loro figlie Raffaella e Paola e con le avvocate Emanuela Motta e Alessandra Ballerini. "Noi sappiamo non solo con le certezze del nostro cuore, ma con le evidenze della ragione frutto di anni di investigazioni e perizie, che Mario non si è tolto la vita, ma è stato ucciso perché aveva fatto troppo bene il suo lavoro umanitario in un contesto difficilissimo e pericoloso in cui evidentemente non bisognava fidarsi di nessuno."
La richiesta di giustizia
"Sappiamo che questa è solo una tappa, per quanto ardua e oltraggiosa, del nostro percorso di verità e giustizia". "Continueremo a lottare finché non otterremo una verità processuale e non sarà restituita dignità a nostro figlio. Utilizziamo con rammarico e sofferenza il verbo 'lottare', mai avremmo pensato di dover portare avanti una battaglia per avere una giustizia che dovrebbe spettarci di diritto. Sappiamo però che non siamo e non resteremo mai soli. Grazie a tutte le persone che staranno al nostro fianco fino a quando la battaglia non sarà vinta", concludono i familiari di Mario.