AGI - Si è concluso senza tensioni a Venezia il corteo di protesta organizzato dal comitato 'No space for Bezos' contro i festeggiamenti per le nozze del magnate di Amazon. La manifestazione, a cui hanno partecipato almeno 600 persone, è terminata al campo Erbaria, ai piedi del Ponte di Rialto, dove l'iniziativa era nata in una prima assemblea pubblica a due settimane di distanza dalle nozze.
"Non si tratta di opporsi a un matrimonio ovviamente, non siamo degli psicopatici", hanno spiegato gli organizzatori, precisando che la manifestazione era volta a criticare il modello capitalistico di Amazon, il super arricchimento dei multimilionari come Jeff Bezos e lo sfruttamento della città di Venezia.
Canotti, coccodrilli, aragoste, fenicotteri e salvagenti di ogni tipo: 'armati' di gonfiabili di ogni genere e dimensione, centinaia di manifestanti si sono radunati davanti alla stazione ferroviaria di Venezia per l'annunciato corteo di protesta contro le nozze di Jeff Bezos e Loren Sanchez.
I manifestanti hanno raccolto l'appello del comitato 'No space for Bezos' e sono arrivati a Venezia da tutto il Nord-est con striscioni contro il multimiliardario americano. Questa sera si terrà la festa conclusiva della tre giorni, spostata dalla Scuola Grande della Misericordia all'Arsenale proprio per allontanare il più possibile il party nuziale dal corteo dei contestatori.
Sono almeno 600 manifestanti che hanno preso parte a Venezia al corteo contro le nozze di Jeff Bezos e Lauren Sanchez. "Fuori Besos dalla laguna", è il coro scandito dalla partenza del corteo alla stazione ferroviaria Santa Lucia. Presenti anche tre tecnici del Human Right Observer di Amnesty International, facilmente riconoscibili per via della casacca con il compito di verificare lo svolgersi rispettoso dei diritti umani della manifestazione.
Le parole di Tommaso Cacciari
"Io Jeff Bezos l'avrei contestato anche se fosse venuto con due amici in barca a remi e si fosse sposato nella chiesetta di Camponogara perché Bezos ha un ruolo importante nell'oscurantismo globale nel mondo": lo ha affermato Tommaso Cacciari, leader del comitato 'No space for Bezos', poco prima dell'inizio della manifestazione di protesta contro le nozze del multimiliardario americano.
Accuse politiche e mediatiche
"Jeff Bezos non è George Clooney, non è Morata o una famosa nuotatrice – ha proseguito Tommaso Cacciari – è uno dei tre multimiliardari che stava in prima fila alla cerimonia di insediamento di Donald Trump e lui ha materialmente, politicamente e fisicamente contribuito all'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti, anche acquistando il Washington Post per non dare spazio ai democratici".
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