AGI - Sono rimasti in quattro - otto, se si considerano il laico che si prende cura di loro e tre studenti ospitati tra le mura del XII secolo - ma sono agguerriti e soprattutto contano (o sperano di contare) su un alleato 'di peso' come papa Leone XIV. Sono i frati agostiniani della Basilica di Santo Spirito e dal 1250 occupano l'edificio fiorentino che ora potrebbe essere in parte destinato a diventare hotel di lusso.
Una iattura per la tranquillità di un luogo e di una comunità dediti alla meditazione e alla preghiera oltre che l'ennesimo capitolo della 'turistificazione' del centro storico di Firenze. Un tema particolarmente sentito, visto che da quando il ministero della Difesa, proprietario di una porzione dell'immobile, ha deciso di disfarsene si sono moltiplicati gli appelli perché venga messo a disposizione dei cittadini, in particolare dei giovani.
Una delle proposte avanzate - ospitare le palestre dei licei fiorentini cronicamente a corto di spazi - non è praticabile perché i lavori necessari sarebbero distruttivi quanto quelli che servirebbero per trasformarlo in un albergo. Ma c'è un'idea che i frati cullano da tempo: rendere definitivo quello che da secoli è l'uso non ufficiale, un centro studi internazionale che perpetui la tradizione di confronto tra mondo laico e mondo religioso cui nei secoli, proprio tra queste mura, hanno attinto tra gli altri Petrarca (la copia delle Confessioni che il poeta portava sotto braccio gli era stata donata proprio dal priore di Santo Spirito), Boccaccio e Michelangelo.
"Vorremmo mantenere la tradizione di questo convento" dice all'AGI il Priore, Giuseppe Pagano, "che è di ospitare i giovani". Nella loro battaglia possono contare sul sostegno degli abitanti, ma non hanno ancora alzato il telefono per arruolare alla causa il più potente degli alleati: papa Prevost che era solito far visita al convento prima della sua elezione e che, si dice, è bene al corrente della questione.
A metà aprile si è tenuto a Roma un incontro fra il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e una delegazione di religiosi fiorentini composta dall'arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli, il superiore degli agostiniani padre Alejandro Moral Anton, e il priore Pagano, proprio per discutere del destino degli spazi.
Tutti si sarebbero mostrati ben intenzionati a sostenere le istanze dei religiosi, ma c'è da fare i conti con una gara regolarmente vinta dalla Fastpol, una società che possiede già alcune Rsa di prestigio e che potrebbe, per l'appunto, destinare la struttura a hotel di lusso. Una soluzione sembrerebbe essere stata trovata: una clausola contenuta nel bando di dismissione pubblicato da Difesa Servizi che tutelerebbe l'immobile da eventuali speculazioni. "Speriamo che nel giro di poche settimane il nodo venga sciolto" dice Pagano, "magari con l'esercizio della prelazione da parte del demanio". Intanto la soprintendenza ha bloccato qualunque inizio di lavori in attesa di una valutazione dell'impatto. "Distruggere un edificio come questo, un convento del XVI secolo, sarebbe un vero peccato" conclude Pagano.