AGI - È visibilmente emozionato Leone XIV quando il cardinale Mario Zenari (al posto di Mamberti, assente per un malore) e il cardinale Louis Antonio Tagle gli consegnano il Pallio e l’Anello del Pescatore, rito che di fatto ufficializza l’inizio del suo Pontificato.
“Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia”, afferma nella sua omelia, nella quale richiama “amore e unità”, le due dimensioni della missione affidata a Pietro da Gesù.
Una piazza gremita e un messaggio di pace
Più volte il Pontefice è stato interrotto dagli applausi, da una Piazza San Pietro gremita (circa 200 mila persone). Cita Sant’Agostino e Leone XIII, implora prima del Regina Caeli la pace, esortando a non dimenticare chi soffre a causa delle guerre, in particolare a Gaza, dove vi sono bambini, famiglie, anziani ridotti alla fame, o nel Myanmar dove nuove ostilità “hanno spezzato giovani vite innocenti”, o nella “martoriata Ucraina” che attende “una pace giusta e duratura”.
Accoglienza calorosa e delegazioni da tutto il mondo
Nel lungo giro in papamobile, anche su tutta via della Conciliazione, Papa Leone è stato accolto da un’ovazione e da cori da stadio. Oltre 150 le delegazioni presenti.
L’eredità spirituale e il ruolo dello Spirito Santo
Il Papa ricorda la “tristezza” e quel senso di abbandono per la morte del suo predecessore Francesco, ma anche la certezza che Dio non lascia mai soli, rimarcando l’opera dello Spirito Santo “che ha saputo accordare i diversi strumenti musicali, facendo vibrare le corde del nostro cuore in un’unica melodia”.
Una Chiesa unita e missionaria
Amore e unità, quindi, per un “primo grande desiderio”: una Chiesa “che diventi fermento per un mondo riconciliato”. Amore e unità in risposta alle “troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri”.
“Come può Pietro portare avanti questo compito?”, si domanda il Pontefice. “Il Vangelo ci dice che è possibile solo perché ha sperimentato nella propria vita l’amore infinito e incondizionato di Dio, anche nell’ora del fallimento e del rinnegamento”, un amore “senza riserve e senza calcoli”, un “amore oblativo” perché “non si tratta mai di catturare gli altri con la sopraffazione, con la propaganda religiosa o con i mezzi del potere, ma si tratta sempre e solo di amare come ha fatto Gesù”.
A Pietro è affidato il compito di “amare di più”, sottolinea, “deve pascere il gregge senza cedere mai alla tentazione di essere un condottiero solitario o un capo posto al di sopra degli altri” e Prevost invita a essere “un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità”.
Un popolo unito nella diversità
“Nell’unico Cristo siamo uno”, rimarca il suo motto di Sant’Agostino. La Chiesa delineata da Leone XIV è dunque una Chiesa missionaria