AGI - La famiglia di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate il 3 ottobre 2023 nei garage di via del Ciclamino a Rimini, ha diffidato gli organizzatori di una manifestazione promossa dalla comunità senegalese per l'uso non autorizzato dell'immagine della vittima, accostata a quella di Louis Dassilva, unico indagato per l'omicidio.
Attraverso i legali Monica e Marco Lunedei, i familiari hanno espresso "profondo sdegno" per il fotomontaggio comparso online - poi rimosso - e annunciato azioni legali contro chi "specula sull'immagine della donna brutalmente assassinata", dichiarandosi contrari a ogni iniziativa che ne affianchi il volto a quello dell'indagato.
La manifestazione, prevista per sabato prossimo, resta confermata, con una partecipazione attesa di circa 500 persone a sostegno di Dassilva, che nel frattempo ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini e potrebbe presto affrontare l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio. Per lui resta in sospeso una seconda richiesta di scarcerazione, all’esame del Tribunale del Riesame il 22 maggio.
Parallelamente, gli avvocati Lunedei hanno depositato un esposto in Procura contro le offese comparse sui social nei confronti dei figli della vittima, in particolare contro Giuliano Saponi, accusato da alcuni utenti di non aver solidarizzato con l’indagato Dassilva.
Quest’ultimo, secondo l’accusa, avrebbe avuto una relazione con Manuela Bianchi, moglie dello stesso Saponi, elemento che rientrerebbe nel presunto movente dell’omicidio.
L’esposto denuncia un clima di ostilità online, con insulti legati anche all’appartenenza religiosa della famiglia (i figli della vittima sono testimoni di Geova), e chiede alla magistratura di valutare se sussistano ipotesi di diffamazione aggravata.
Nella mattinata di oggi, Manuela Bianchi ha presenziato alla prima udienza civile per la separazione dal marito Giuliano, accompagnata dalla sua avvocata Nunzia Barzan.
"Si tratta di attacchi ingiustificati - sottolineano i legali Lunedei - alimentati da una campagna distorta che ignora il quadro indiziario a carico dell’indagato, su cui la magistratura continua a lavorare nel rispetto della verità e della legge".
