AGI - Un principio di applauso, subito soffocato, accoglie la sentenza all'ergastolo per Alessandro Impagnatiello. Parte dalle retrovie della più grande aula del palazzo di giustizia, stracolma di curiosi, giornalisti e personale in servizio nella cittadella giudiziaria. Come tutte le precedenti dodici udienze del processo al 31enne reo-confesso dell'omicidio di Giulia Tramontano, la compagna incinta di 7 mesi. Seduta sul secondo banco Loredana Femiano, la mamma della vittima, ha un crollo emotivo e scoppia a piangere stringendosi al marito Franco. Poi i genitori della 29enne, uccisa con 37 coltellate dal fidanzato la sera del 27 maggio 2023 nell'appartamento di Senago, si abbracciano con gli altri due figli, Chiara e Mario.
A pochi centimetri di distanza da loro in prima fila, a fianco alle sue avvocate Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, poco istanti prima il barman ha ascoltato senza tradire emozioni il dispositivo letto dalla presidente della Corte di assise Antonella Bertoja che lo ha condannato alla massima pena. A cui si aggiungono tre mesi di isolamento diurno da scontare se il verdetto di primo grado verrà confermato e diventerà definitivo. I giudici hanno riconosciuto colpevole il 31enne anche degli altri due reati: l'occultamento del cadavere di Giulia e l'interruzione di gravidanza non consensuale.
Solo l'aggravante dei futili motivi è caduta mentre sono state riconosciute quelle della premeditazione, della crudeltà e della convivenza. Ad Impagnatiello non è stata concessa nessuna attenuante. "È solo il normale epilogo della giustizia, ma dovremmo fare molto di più e prima che una donna venga uccisa senza dover aspettare un giusto dispositivo per gridare alla violenza contro le donne", commenta Chiara Tramontano.
"Abbiamo perso la nostra vita - sospira Loredana Femiano - io non sono più una mamma, mio marito non è più un papà, e i nostri figli saranno segnati a vita per questo dolore. Perche' parlare di vendetta". Chiosa al suo fianco il marito: "Comunque noi resteremo sempre perdenti". La famiglia Tramontano sceglie poi di partecipare a un flashmob organizzato dall'ordine degli avvocati di Milano in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne: "Mi auguro che non ci sia nessuna famiglia che in futuro prossimo viva questo dolore e qualsiasi donna che veda un'immagine di mia sorella si ricordi che ha il diritto di vivere, di sperare, di sognare", prende di nuovo la parola Chiara.