"Ho il dubbio che sia passato prima da casa e poi se ricordo bene perché era fuori dal pomeriggio dalle 15.00. Credo che sia rientrato per poi riuscire, mi disse che voleva fare due passi perché era arrabbiato dato che aveva litigato con dei nigeriani. Sono sceso a cercarlo verso le 02.40 ()È rientrato in casa e lì mi ha detto che aveva litigato con un altro ragazzo, gli detto di smetterla di scherzare. Mi ha detto che forse gli aveva tirato una pugnalata, poi si è messo a ridere. Non so se era ubriaco o aveva fumato qualcosa. Gli ho detto di smetterla di scherzare ed è andato a letto. Il giorno dopo mi ha chiesto di andare a buttare le cuffie, ma non sapevo cosa avesse fatto. Le ho buttate, dove c'e' l'Area 51in via Lombardia in una pattumiera pubblica di colore verde".
Il padre afferma di essersi accorto dell'omicidio il giorno dopo. "Quando mi sono svegliato ho letto le cronache di Rozzano e dell'omicidio e ho iniziato a collegare con quello che mi aveva detto e non sapevo cosa dovevo fare. Vedevo mio figlio nervoso e gli ho chiesto se fosse stato lui e ha detto si' e poi no e non capivo se scherzasse. E la cosa e' finita li'. Poi stamattina mi ha chiesto se lo accompagnavo alla stazione ferroviaria di Pieve Emanuele perché voleva andare via da qua e andare a trovare, non so se a Torino o Alessandria, un suo amico". Il testimone ha anche spiegato che il ragazzo soffre di una patologia da piccolo e deve prendere un farmaco che può avere interazioni con l'alcol. "Gli devo stare dietro perché si dimentica di prenderlo" ha aggiunto.