AGI - Per l'organizzatore era solo una "festicciola tra amici", ma per i finanzieri di Olbia era una discoteca a tutti gli effetti, se non per la totale assenza di autorizzazioni. A guastare la festa - letteralmente - a circa 250 persone sono state le fiamme gialle piombate poco dopo l'una di notte tra ragazzi e ragazze che avevano pagato da 50 (le donne) a 100 (gli uomini) euro per partecipare a un party in piscina in una lussuosa villa di Porto Cervo.
Tutto era stato organizzato meticolosamente: un campo era stato trasformato in parcheggio pieno di auto di lusso e di grossa cilindrata e un servizio di navetta portava gli ospiti alla villa e poi addetti alla sicurezza, cassieri, baristi e dj.
Quando i finanzieri hanno chiesto del padrone di casa, un romano di 27 anni (titolare di una società con domicilio fiscale nel comasco) ha assicurato che era solo una cosa tra amici e che il ticket - che si poteva pagare sia in contanti che con il pos - era solo un contributo per le bevande, assolutamente senza alcuno scopo di lucro. Giustificazioni che però non hanno convinto i militari che lo hanno denunciato.
Quello delle 'feste private' e' un fenomeno in crescita, nella costa sarda, dove un pubblico di giovani e giovanissimi si ritrova sempre di più in eventi organizzati via social, in luoghi isolati che raggiungono e frequentano grazie al passa parola e al tamtam delle app di messaggistica istantanea.
Nel corso del blitz nella villa, i finanzieri hanno trovato anche agende con dati relativi all'evento in corso e ad altre "feste" già consumate, oltre a una importante somma di denaro in contanti confezionata in mazzette in plastica trasparente sottovuoto e nascosta in una pattumiera, circa 40 mila euro in banconote da 50, 100, 200 e 500 euro.