Blitz contro banda di tombaroli, recuperati 3.586 reperti archeologici

Blitz contro banda di tombaroli, recuperati 3.586 reperti archeologici

Nel mirino dei militari dell'Arma una banda responsabile di numerosi scavi clandestini, ricettazione e illecita commercializzazione, in ambito nazionale e internazionale, di importantissimi reperti: 21 misure cautelari

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Carabinieri 

AGI - Blitz dei carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, in collaborazione con il R.O.S. di Roma, con i militari dei Comandi dell'Arma territorialmente competenti e con lo Squadrone eliportato "Cacciatori Puglia", contro i tombaroli. I militari dell'Arma hanno eseguito 21 provvedimenti restrittivi e decine di perquisizioni, nei confronti di indagati che fanno parte di una banda responsabile di numerosi scavi clandestini, ricettazione e illecita commercializzazione, in ambito nazionale e internazionale, di importantissimi reperti archeologici, di valore storico culturale inestimabile e commerciale ingente.

L'operazione, nata da una indagine coordinata dalla Procura di Trani (BAT) e svolta dai Carabinieri dell'Arte di Bari, ha complessivamente impegnato più di 300 militari dell'Arma.

La banda si procurava la 'merce' grazie a scavi clandestini eseguiti da squadre di tombaroli in aree campane, lucane e pugliesi, l'esportava illecitamente all'estero per immetterli nel mercato illegale delle opere d'arte.

L'indagine

L'indagine, denominata 'Canusium', è stata condotta dal Nucleo Tpc di Bari: l'attivita' investigativa è stata avviata nel 2022 a seguito dell'individuazione nell'agro di Canosa, mediante la componente aerea dell'Arma pugliese, di diversi scavi clandestini.

L'inchiesta, sviluppata e ampliata, anche sul piano internazionale, a partire dallo scorso autunno, supportata da attività tecniche, dinamiche e telematiche, ha consentito di individuare un'organizzazione criminale composta dal classico repertorio strutturato di soggetti che compongono la filiera tipica del fenomeno delinquenziale in danno dei beni culturali e strutturata nel modo seguente: tombaroli, ricettatori di zona (primo livello) e areali (secondo livello), nonché da trafficanti internazionali.

Il sodalizio, con basi operative nella provincia di Bat con diramazioni in Campania, Lazio e il resto della Puglia, aveva avviato un fiorente canale commerciale di monete archeologiche che, frutto di scavi clandestini eseguiti in Puglia e Campania, venivano poi cedute dai vari ricettatori ai diversi trafficanti internazionali, i quali provvedevano a immetterle sul mercato illecito globale, attraverso Case d'asta estere.

I sequestri

Nel corso delle investigazioni sono state recuperate e sequestrate diverse migliaia di reperti archeologici, tra ceramiche e monete archeologiche in oro, argento e bronzo, 60 tra metal detector e arnesi idonei allo scavo clandestino, nonché documentazione contabile attestante le transazioni illecite in Italia e con l'estero. Le misure coercitive e le perquisizioni sono state eseguite in più comuni dell'Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio e Puglia.

3.586 i pezzi recuperati

Sono 3.586 i pezzi recuperati, derivanti da diverse aree.

In particolare, a Minervino Murge (BT) e Canosa di Puglia (BT), sono stati sequestrati 1.234 reperti: 748 monete in bronzo e argento; 398 tra bracciali, anelli, fibule e medaglie in bronzo; 35 pesi da telaio; 29 elementi in pasta vitrea; 24 tra brocche, olle, piatti, unguentari e miniature, riferibili verosimilmente al IV-III sec. a.C., oltre a 2 metal-detector e attrezzature per le ricerche clandestine.

A Ordona (FG), 6 monete in argento, riferibili al periodo romano repubblicano (III-II sec. a.C.); 3 monete in bronzo (asse e sesterzi), riferibili al periodo romano imperiale (I sec. a.C.), tutte con caratteristiche di rarità e pregio.

A Spinazzola (BT), 179 reperti, di cui 125 monete in argento e bronzo; 18 pesi da telaio; 12 elementi in metallo; 24 tra crateri a campana, stamnos, brocche, coppe, statuette, piatti, skyphos, epichysis, kantharos, vasi miniaturistici, lucerne e fusi ceramici, risalenti a un periodo verosimilmente compreso tra il IV ed il II sec. a.C., oltre ad arnesi da scavo e 2 metal-detector.

A L'Aquila, 91 monete archeologiche in argento di epoca II-I sec. a.C.; 4 monete archeologiche in bronzo attestabile al II-I sec. a.C..

A Troia (FG), 25 monete archeologiche in bronzo di datazione tardo imperiale romana; un oggetto fittile di datazione tardo imperiale romana-medioevale; 3 metal-detector, 3 coltelli e attrezzature varie per le ricerche clandestine.

A Ciampino (RM), 364 monete archeologiche in argento e bronzo di epoca imperiale romana.

A Lavis (TN), 1.679 monete archeologiche in argento e bronzo, di zecche magno greche, romane e bizantine, databili tra il IV sec. a.C. e il III sec. d.C.