AGI - A Napoli le ossa umane hanno il loro culto, in bilico tra sacro e profano. E gli ipogei meta di pellegrinaggi, adesso anche di turisti, sono molti, dal cimitero delle Fontanelle alla Sanità, a santa Luciella a via Tribunali. Ossa pulite e decorate, cui si fanno offerte e preghiere, nella speranza che i morti aiutino i vivi così come i vivi aiutano i morti, non dimenticandoli e spingendoli più vicini a Dio.
Capita così che ai carabinieri tocchi intervenire in via dei Cristallini, per una richiesta singolare del personale dell'ipogeo che prende il nome da quella via, antica necropoli. Lì era stata recapitata una busta al cui interno erano custodite ossa, verosimilmente di una Mandibola. Con i resti, un biglietto: "Questa mandibola appartiene all'ipogeo". Tutto è stato sequestrato anche per ulteriori accertamenti sulla natura delle ossa, ma rimane il mistero sul significato di questa curiosa 'consegna'. E non si esclude che una persona del quartiere abbia inviato le ossa umane ritenendole di valore archeologico.
Del resto, anche alla direzione del parco archeologico di Pompei ogni tanto qualcuno restituisce piccoli reperti rubati, sassolini, monete, parti di affresco o mosaico, accompagnandole con biglietti di scuse, e in un caso anche dalla motivazione che "portavano jella".