AGI - Dalla truffa della 'cravatta' a quella storica dello 'specchietto': quando pensiamo di averle sentite proprio tutte, ecco che spunta un nuovo metodo di raggiro a ricordarci che dobbiamo sempre tenere alta la guardia.
Le vittime preferite - come ricordano carabinieri e polizia, impegnate in prima linea - sono sempre le stesse: anziani, soprattutto se fragili e soli. E gli episodi di truffe in strada - lasciando da parte il mondo delle truffe online - si moltiplicano giorno dopo giorno, anche con la complicità di un mondo che va sempre più veloce e ha poco tempo di riflettere su un fenomeno sempre più allarmante e in crescita.
La truffa dello specchietto
Partiamo da un grande classico: la truffa dello specchietto che è, ancora oggi, una delle frodi più diffuse in Italia. Nonostante col tempo sia purtroppo diventata nota a molti, continua a coinvolgere migliaia di persone ogni anno. Le vittime predilette sono sempre i meno giovani ma, vittime di questo raggiro, sono in realtà anche i giovanissimi neopatentati.
Il trucco è semplice: si fa credere al conducente che la sua autovettura ha involontariamente urtato lo specchietto retrovisore dell’auto di chi sta mettendo in atto la truffa (specchietto invece chiaramente già danneggiato). La vittima sentirà il rumore di un colpo secco sulla propria carrozzeria, di solito sulla fiancata dando l’illusione di un urto. A questo punto, il truffatore chiederà alla vittima di fermarsi per constatare insieme il danno subìto e quando la vittima chiederà di fare la constatazione amichevole, il truffatore insisterà per evitare la denuncia all’assicurazione chiedendo una somma in contanti per riparare il danno. La scusa sarà quella di evitare le lungaggini burocratiche, accelerare i tempi e chiuderla così. Il truffatore potrebbe anche essere sostenuto da un complice, pronto a testimoniare che i fatti accaduti sono proprio quelli. E se la vittima dovesse rifiutare? In quel caso si arriverebbe a una estorsione vera e propria.
Il finto investimento in retromarcia
Il conducente, dopo aver guardato dietro, fa retromarcia in un parcheggio. Tutto normale. Dietro non c'è nessuno, ma si sentono le urla di una persona. L'automobilista scende e trova un uomo che afferma di essere stato investito. A questo punto può scattare la richiesta di denaro per chiudere un occhio. E questa, sembra strano, ma è l'opzione migliore. Altra possibilità è che la persona falsamente investita dica di non essersi fatta nulla salvo poi presentarsi, nei giorni successivi, in commissariato fornendo targa dell'auto della 'vittima' della truffa e racconto confezionato: "Mi ha investito ed è fuggito via". L’obiettivo è sempre lo stesso: ricavare denaro. E la strada, in questo secondo caso, potrebbe essere la promessa di evitare di procedere con la denuncia in caso di 'accordo cordiale'.
La truffa del denaro falso
In questo caso le vittime sono quasi unicamente gli anziani. I truffatori infatti puntano i più fragili e li raggiungono poco dopo che questi hanno prelevato contanti in banca o alla posta (solitamente la pensione). Il truffatore si presenta come dipendente dell’agenzia e dice di dover verificare il numero di serie delle banconote appena ritirate perché potrebbe esserci stato un errore. Quando l’anziano consegna i soldi, i truffatori, facendo finta di controllarli, li sostituiscono con banconote false.
Il finto incaricato della luce e del gas
Un'altra truffa molto diffusa è quella del finto incaricato della luce e del gas: una persona che, senza preavviso, si presenta davanti a casa per controllare la tua bolletta. In queste situazioni, soprattutto se si è anziani e soli, è importante non aprire la porta, anche perché tutte le aziende (luce, gas e telefonia) preannunciano il loro arrivo tramite avvisi condominiali. In mancanza di avvisi non esiste l’obbligo di far entrare in casa operatori o funzionari, pubblici o privati, e si può sempre verificare preventivamente la reale identità di chi si presenta a casa, telefonando direttamente e contestualmente all’ente o alla società per cui affermano di lavorare.
La truffa del gelato sulla giacca
Altro must in tema truffe è quello del gelato o del caffè sulla giacca. L'identikit del truffatore, in questo caso, è semplice: nella maggior parte dei casi si tratta di donne con bambini, ma a volte anche ragazzi, con il gelato o con un caffè in mano che urtano la vittima sporcando la giacca. Poi, con la scusa di ripulirla, la fanno sfilare e rubano il portafogli contenuto all'interno.
La truffa della cravatta
La truffa della 'cravatta', molto diffusa nel Meridione, sta prendendo piede anche da Roma in su. Si tratta di un nuovo raggiro nel quale il truffatore si finge un produttore tessile in difficoltà e vende alla malcapitata vittima cravatte false spacciandole per prodotti di sartoria e marchi griffati. Solo in un secondo momento la vittima si rende conto che in realtà le cravatte acquistate sono un 'pacco': non hanno etichetta e sono di scarsissima qualità.