La fisioterapista uccise 'Gigi Bici' ma senza le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi
E' la conclusione a cui è arrivata la Procura di Pavia dopo che Barbara Pasetti ha confessato di avere ammazzato il commerciante di biciclette

© Manuela D'Alessandro / AGI - Il Tribunale di Pavia
AGI – E’ stata Barbara Pasetti a uccidere Luigi Criscuolo, conosciuto a Pavia come ‘Gigi Bici’ per il suo popolare negozio di biciclette, e lo avrebbe fatto, così ha raccontato nell’interrogatorio confessione del 5 ottobre 2022 finora inedito, “perché lui mi chiedeva dei soldi”.
Perché sono cadute le aggravanti per l'omicida
Questa è la narrazione dell’omicidio restituita dall’avviso di chiusura delle indagini notificato alla fisioterapista di 41 anni con le accuse di omicidio e tentata estorsione. Per la donna la notizia positiva, in vista del processo, è che sono cadute le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione. Decisivi per definire il capo d'imputazione gli ultimi accertamenti dai quali si è avuta la conferma, anche attraverso la scoperta un documento in cui la vittima riconosceva di avere un debito con la donna, che il commerciante le aveva intimato “delle inattese richieste” come spiegato nell'interrogatorio.
I fatti, dicono ora gli inquirenti, furono "repentini", non frutto di un disegno.
La richiesta di riscatto dopo aver coperto di rami il cadavere
Barbara Pasetti non aveva deciso dunque che avrebbe ucciso ‘Gigi Bici’ quando i due si videro nel cortile della sua villa di Calignano l’8 novembre del 2021, il giorno in cui i familiari iniziarono a cercarlo perché era sparito. Lo gelò con un colpo alla tempia a bruciapelo esploso da quella stessa pistola con la quale lui avrebbe dovuto “sistemare” l’ex marito di lei. Ma 'Gigi Bici' aveva cambiato idea, non voleva più partecipare a quel bliz punitivo e le aveva restituito la rivoltella calibro 7,65 dal finestrino della sua Volkswagen.
Dopo aver nascosto il cadavere nel cortile coprendolo di rami e foglie secche, Pasetti si era finta “portavoce di un gruppo di inesistenti soggetti dell’est Europa – è scritto nel 415 bis – e minacciato le due figlie e la compagna di Criscuolo di ucciderlo se non avessero pagato un riscatto di 390mila euro, poi ridotto a 350mila e con una possibile riduzione a 300mila se i familiari si fossero prestati a terminare i lavori iniziati da Criscuolo”. “Noi iniziare tra 8 giorni a prendere compagna, sorella e figli piccolini e fare piccoli pezzi per cibo miei maiali” era stata una delle minacce inviate da Pasetti.
Le analisi sulla corda e sulla bicicletta
Tra le analisi tecniche ritenute importanti e svolte negli ultimi mesi, gli investigatori sottolineano quelle "di natura dattiloscopico e genetico molecolare su una bicicletta maneggiata dalla vittima per farne una stima economica”, oltre a quelle su “una corda rinvenuta nel garage dell’abitazione” della donna “utilizzata per lo spostamento del cadavere e su "un documento contenente un riconoscimento di debito a favore della Pasetti”.
Il quadro emerso ha fornito riscontri, riferisce la Procura, alla confessione della fisioterapista. “Il prolungamento delle indagini – spiega il procuratore Fabio Napoleone – è stato necessario al fine di ricevere conferma di taluni dettagli forniti dalla persona sottoposta alle indagini e relativi alle specifiche modalità di esecuzione del delitto, alle ragioni che l’avevano portata ad avere rapporti personali con Criscuolo e anche alle condotte da quest’ultimo perpetrate nei confronti della stessa Barbara Pasetti e che hanno poi condotto al tragico epilogo”.