AGI - Questa è la Pasqua di Sumy dove i tulipani hanno ancora l’urgenza primaverile di fiorire. Qualcuno, forse, prenderà di nuovo in mano l’annaffiatoio viola, ora riverso accanto a una croce di legno magra e alta, per bagnare i bulbi quando si finirà di seppellire le dieci persone uccise qui.
“C'erano anche dei bambini. Sono morti sotto le bombe lanciate dai jet russi. Quattro erano soldati, è stata una battaglia impari coi russi” ha dato pubblico annuncio su Facebook il capo dell’amministrazione regionale, Dmytro Zhyvytskyi.
C’è una luce drammatica e inquieta a scomporre il cielo nella fotografia scattata da una reporter di guerra. Geometrie sbilenche delle case distrutte, mattoni e lamiere, vestiti (o coperte) grigi e rossi, sembrerebbero.
Un video diffuso dal media Nexta mostra i corpi delle persone estratte una a una dalle case colpite, illuminate dalle torce dei pompieri nell’oscurità sotto le macerie di quella che era una grande città, popolata da quasi trecentomila abitanti.
Dopo, negli steli verdi che brillano, nella luce che li fa crescere, la vita insiste.