AGI – La grafia è elegante, con penna nera. “Stimatissimo avv. Giorgio Ambrosoli (persona non più in vita)”.
Quando il portinaio della casa di via Morozzo della Rocca, a Milano, dove l’’eroe borghese’ venne ammazzato con tre colpi di pistola l’11 luglio del 1979, ha letto quell’intestazione è rimasto per qualche secondo imbambolato. Nessun Ambrosoli vive più lì da 25 anni.
"L'autore è una persona in un momento particolare della vita"
Attraverso un conoscente è riuscito poi a rintracciare la signora Anna Lori, alla quale è stata consegnata la lettera per il marito accompagnata da un mazzo di fiori. “Quello che è accaduto ha qualcosa di soprannaturale e di stupendo – racconta all’AGI il figlio Umberto - Non posso rivelare il contenuto di questa missiva per rispetto a chi l’ha scritta, ma posso dire che esprime riconoscenza e parla di coraggio civile, dell’Italia di quegli anni. Delle trame complesse che hanno cercato di fermare il lavoro di mio padre”.
Secondo Umberto, avvocato e autore del libro ‘Qualunque cosa succeda’ sulla vicenda del papà, “l’autore, che si è firmato ma che noi non conosciamo, è una persona avanti con gli anni che si è trovata in un momento di riflessione sulla storia e ha sentito l’esigenza di rivolgersi direttamente a mio padre”.
L'arrivederci a "quando sarà la mia ora"
Figli e vedova hanno accolto con “grande emozione” la lettera di cui Umberto ha dato notizia su Facebook raccogliendo migliaia di commenti che applaudono al gesto e ricordano la figura del genitore ucciso per la sua rettitudine da liquidatore della Banca di Credito Italiana, l’istituto guidato dal finanziere Michele Sindona da cui arrivò l’ordine a un sicario per eliminarlo.
“Questo signore si è fatto interprete di molti”; “Un bellissimo gesto che sa di un tempo antico ma in continuazione col presente. La storia è eterna”; “Non essendo più giovane ricordo bene gli eventi di quei tempi, dell'impegno indefesso del suo papà e del poco (diciamo così) supporto che ricevette per il suo impegno professionale e civile. Questa lettera l'avremmo voluta sottoscrivere in tanti, mi creda”.
Il testo finisce così, con la naturalezza di un messaggio che viene dal profondo nonostante sia indirizzato a una persona non più in vita: “Concludendo, le formulo i miei auguri di buona continuazione nell’aldilà e un arrivederci a quando sarà la mia ora”.
La signora Anna vorrebbe rispondergli ma il recapito dell’ammiratore del marito non è stato indicato. In questa storia soprannaturale un modo si troverà.