AGI - Oltre il 40 per cento delle infezioni potrebbe manifestarsi in forma asintomatica, aumentando il rischio di trasmissione del contagio. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sul Journal of American Medical Association Network Open, condotto dagli scienziati della Peking University, che hanno valutato la percentuale di casi asintomatici tra gli individui sottoposti a test e quelli con Covid-19 confermato.
Il team, guidato da Qiuyue Ma, ha esaminato 95 lavori precedenti raccogliendo informazioni su PubMed, Embase e ScienceDirect, considerando ricerche che esploravano le statistiche relative al numero di infezioni Covid-19 asintomatiche in coorti di studio e popolazioni differenti.
Gli autori hanno utilizzato modelli a effetti casuali per stimare la percentuale aggregata e il relativo intervallo di confidenza. In totale, gli studi riguardavano 29.776.306 individui sottoposti a test SARS-CoV-2. Di questi, riportano gli autori, 19.884 risultavano positivi e 11.516 non manifestavano alcun sintomo della malattia.
Dopo l'aggregazione dei dati e l'aggiustamento delle variabili, la percentuale delle infezioni asintomatiche risultante era 0,25 per cento tra la popolazione testata e 40,5 per cento tra i casi confermati. L'elevato tasso di assenza di sintomi in persone positive, commentano gli autori, rappresenta un rischio significativo legato alla maggiore probabilità di trasmissione del contagio.
Gli scienziati sottolineano però che nei diversi lavori emergeva una considerevole variabilità, legata alla tipologia di analisi e alla caratterizzazione dei partecipanti agli studi. Ad esempio, tra i casi confermati, le infezioni risultavano asintomatiche nel 54,11 per cento per le donne incinte, nel 52.91 per cento per i viaggiatori, nel 39,74 per cento per i residenti o il personale di case di cura, nel 30,01 per cento del personale sanitario.
Dal punto di vista geografico, inoltre, nel Nord America il tasso di infezioni asintomatiche era del 46,32 per cento rispetto al totale dei casi confermati. In Europa la percentuale scendeva al 44,18 per cento, mentre in Asia solo il 27,58 per cento dei positivi risultava asintomatico.
Questo lavoro, concludono gli scienziati, dimostra l'importanza di individuare capillarmente i casi asintomatici, che dovrebbero essere gestiti in modo simile a quanto avviene per le infezioni confermate, con isolamento e tracciamento dei contatti. Le persone che non sperimentano sintomi, infatti, possono diffondere inconsapevolmente l'infezione e guidare nuovi focolai epidemici.