AGI - Le molotov sono armi da guerra, così è previsto nella giurisprudenza. Per questo la procura di Milano potrebbe includere anche il reato di "fabbricazione e porto di armi da guerra" nell'inchiesta sui disordini avvenuti lunedì sera in Corso Buenos Aires a Milano. In 300 si sono presentati, subito dopo l'uscita del Dpcm che prevedeva nuove chiusure per contenere il Covid, in piazza Argentina e sono arrivati fino al Palazzo della Regione distruggendo cassonetti, motorini e vetrine, nel corso di un corteo non autorizzato.
Ad un certo punto sono state lanciate bombe carta e anche una bottiglia incendiaria. Il dispositivo delle forze dell'ordine ha tentato di contenere i danni e ha portato alla denuncia di 28 persone, di cui 13 minorenni.
Tra i partecipanti molti appartenenti gli ambienti degli ultras, dell'estrema destra, ma anche del mondo antagonista come il centro sociale milanese Lambretta (che ha rivendicato la sua presenza anche sui social). Il caso è arrivato in procura dove è stato aperto un fascicolo coordinato dal pm Leonardo Lesti, nell'ambito della sezione antiterrorismo guidata da Alberto Nobili. I reati a vario titolo sono violenza e resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.
Nel frattempo la Digos lavora per identificare, grazie alle immagini delle telecamere della zona, altri facinorosi. Dei 28 denunciati 18 sono italiani e 10 stranieri; tra i maggiorenni molti hanno tra i 18 e i 20 anni, compresa una giovane anarchica. L'idea che si fa strada tra gli inquirenti è quella di una violenza 'spontanea' più che organizzata, sebbene si sia velocemente tramutata in guerriglia urbana.