No alle mascherine in classe ma fare più tamponi. La ricetta di Crisanti

No alle mascherine in classe ma fare più tamponi. La ricetta di Crisanti

Il microbiologo dell'università di Padova chiede una maggior sorveglianza attiva. Per evitare un secondo lockdown dobbiamo passare da 60 a 250mila tamponi al giorno, anche ai ragazzi

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Jacques Witt/SIPA / AGF - Scuola, mascherine

AGI - “Mascherine in classe da evitare. Più tamponi anche ai ragazzi” . “Le misure prese sulla scuola sono troppo passive. Davanti all'aumento dei contagi serve un piano di sorveglianza attiva, che riguardi le classi e le comunità di provenienza dei ragazzi”. Secondo Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia all'Università di Padova e anche il virologo dei tamponi di Vo' Euganeo, a La Stampa che lo intervista dice che “il passe-partout per convivere con l'epidemia senza cadere in un secondo lockdown” è “passare dagli attuali 60 mila al giorno a 250 mila” tamponi ogni 24 ore, anche per i ragazzi “perché la scuola non diventi un moltiplicatore dei contagi” e mappando ”le zone di residenza degli studenti”.

 Il suo piano è preciso e dettagliato: “Tutelare i bambini, gli insegnanti, la responsabilità dei presidi e le comunità di provenienza dei ragazzi. È evidente che concetti astratti come distanze e banchi non aiutano. Perché la scuola non diventi un moltiplicatore dei contagi è più utile prescrivere la vaccinazione antinfluenzale a tutti, misurare la temperatura all'ingresso abbassando la soglia a 37 e mappare le zone di residenza degli studenti. In caso di focolaio in una determinata area i bambini che ci abitano devono stare a casa con la manleva dei genitori nei confronti della scuola”. Quanto alle mascherine a scuola, “le eviterei – dice – anche perché nei corridoi e appena fuori chi controlla? È molto più efficace un piano di prevenzione attiva sul territorio”.