"È uno choc che l'Europa non possa accettare persone. È finita la nostra umanità se non possiamo neppure attenerci a leggi che sono state raggiunte a livello internazionale". Così Carola Rackete nel corso di 'Che Tempo Che Fa' su Rai2 parlando della questione migranti.
"Come cittadina europea sono sempre cresciuta con la fiducia nei Paesi, nei governi, ora la situazione è cambiata tantissimo. Quando fai una richiesta alle autorità marittime non ricevi risposte o al massimo è relativa, ovvero di rifiuto di attenersi al diritto internazionale. Non abbiamo numeri a bordo ma singole storie tragiche e questo fa vedere la grandissima disuguglianza che esiste su questo pianeta: io posso muovermi, altre persone non lo possono fare. A queste persone succede qualcosa di poco umano".
Rackete ha detto anche che "io sono finita sotto i riflettori ma nessuno può fare tutto da solo, e ora quando guardo al futuro mi preoccupo. Penso ad esempio al cambiamento climatico: abbiamo bisogno del coinvolgimento di tantissime persone che agiscano sul cambiamento climatico", anche perché "questo avrà impatto su persone che sono già povere. Le due questioni, povertà e cambiamento climatico, hanno punti di connessione".
"C'è una relazione delle Nazioni Unite dell'inizio di quest'anno che si concentra sulla povertà e sul clima, e si prevede che la crisi climatica si intensificherà e a sua volta intensificherà la povertà nel mondo", e così "verranno colpite persone che sono già povere" la cui possibilità di sopravvivere "verrà distrutta dalle nazioni industrializzate". Poi l'ambientalista ha aggiunto: "dobbiamo chiederci come riceverli: siamo noi i responsabili che li hanno forzati ad andarsene e adesso è nostra la responsabilità di proteggerli e di dar loro protezione a livello internazionale".
Per la comandante della Sea Watch "siamo arrivati a un punto critico, a un bivio. Dobbiamo capire quali sono i confini fisici di questo pianeta e dobbiamo ridurre l'utilizzo delle risorse, consumare meno; è anche una questione di distribuzione: abbiamo risorse limitate ma abbiamo anche tantissime persone su questo pianeta, dobbiamo quindi cominciare a chiederci come condividere le cose in modo tale che tutti ne abbiano a sufficienza. Questa - per Rackete - è la domanda fondamentale che dobbiamo porci in qualità di esseri umani in questo momento, sono fondamentali la redistribuzione e il vivere entro i limiti questo pianeta, tutti insieme".