Il congiuntivo è solo un modo verbale radical-chic che si può anche non usare?
Il congiuntivo è solo un modo verbale radical-chic che si può anche non usare?

Il congiuntivo è solo un modo verbale radical-chic che si può anche non usare?

gabriele fazio
 Paolo Villaggio nel film Fantozzi
 Wikipedia -  Paolo Villaggio nel film Fantozzi
di lettura
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 Antonio Di Pietro
 Afp -  Antonio Di Pietro
“La retorica dell’estinzione, potenziata dall’ansia da prestazione, sta portando a due effetti paradossali. Primo, il congiuntivo potrebbe addirittura espandersi, occupando nicchie nuove alle spese di altri modi verbali. Secondo, si è sviluppata una forma di irritazione verso l’interlocutore affetto da congiuntivite: fa la figura dello smanioso infiltrato che, alla cena di gala, tradisce a ogni gesto la sua estraneità a quell’ambiente. Il risultato è che un campo già ricco di polemiche e conflitti si sta arricchendo di un nuovo elemento di divisione, complicando le nostre conversazioni, e minando ulteriormente la nostra sicurezza. L’idea è semplice: il congiuntivo è difficile da coniugare, cognitivamente complesso; l’indicativo invece è facile, prevedibile. Per questo, spinti dal risparmio energetico, tendiamo ad usare il secondo al posto del primo. È una spiegazione allettante, ma subdolamente denigratoria, perché implica che l’indicativo sia una sorta di congiuntivo for dummies, un surrogato che consente di esprimere la stessa idea con meno sforzo"."Peccato che, secondo molti linguisti, i due modi non siano assolutamente interscambiabili. Alda Mari, ricercatrice italiana del CNRS a Parigi, suggerisce che c’è una sottile, cruciale differenza tra di loro: l’indicativo serve a esprimere una propria convinzione personale; il congiuntivo suggerisce invece che ci sia una verità oggettiva, e che chi parla si stia impegnando a ricercarla. Questo, secondo Mari, ci permette di imprimere diverse sfumature ai nostri messaggi, insulti compresi. Dire credo che tu sei un cretino, ad esempio, è meno offensivo di dire credo che tu sia un cretino: nel primo caso è pura opinione di pancia; nel secondo ha il sapore agghiacciante di un giudizio supportato da alacre ricerca empirica. In sostanza: trattare l’indicativo come surrogato del congiuntivo non è solo un torto nei confronti dell’indicativo. È anche una rappresentazione errata di ciò che succede nella lingua, la cui grammatica mette a nostra disposizione sofisticate risorse per comunicare, che noi possiamo modulare in base ai nostri scopi. Anche decidendo quale modo verbale usare”.
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