La polizza antistupro negli Usa non esiste. Ma in Italia sì
- Stupro
La polizza antistupro non esiste, se non Italia. Nessuna compagnia americana mette a disposizione dei viaggiatori una assicurazione che menziona esplicitamente le violenze sessuali e il sesso non è mai nemmeno citato se non per specificare che le malattie veneree contratte non in seguito a una violenza non sono oggetto di indennizzo. Una misura adottata oper combattere il turismo sessuale: in sostanza, se un turista contrae la gonorrea perché è andato con una prostituta mentre era un viaggio, non può chiedere alla compagnia di partecipare alle spese per le cure.
Le uniche polizze antistupro di cui si è parlato a lungo negli Usa sono quelle che ipoteticamente le donne del Texas avrebbero dovuto stipulare dopo che una legge toglieva la copertura dei costi medici statali anche dall’aborto in conseguenza di una violenza. La norma è stata pensata per evitare che sia lo Stato a sovvenzionare la morte di un feto. Secondo un calcolo fatto da la Stampa, in caso di stupro si parla di una media di 800 dollari per coprire le spese del pronto soccorso, migliaia di dollari per la degenza in ospedale oltre a farmaci, eventuali cure mediche e assistenza psicologica.
Secondo la Rainn, Rape, Abuse & Incest National Network, la più grande organizzazione statunitense che si occupa di vittime di abusi sessuali, negli Stati Uniti ogni 98 secondi una persona subisce un’aggressione a sfondo sessuale. La categoria più a rischio? Le ragazze tra i 18 e i 24 anni. Solo uno stupro su tre viene denunciato.
L'idea di una assicurazione contro lo stupro è stata discussa seriamente dal Parlamento in India nel 1999, come riporta il Messaggero nella sua edizione cartacea, ma la proposta è stata affossata dalle critiche del movimento femminista che la considerava colpevolizzante per le donne e per gli uomini che avrebbero dovuto accettare l'identità di vittime predestinate e pagare il costo monetario relativo a tale etichetta.
Breve vita ha avuto anche l'idea dell'australiana CGU che in Sudafrica aveva iniziato ad offrire la polizza Rape Survival per garantire l'accesso ai medicinali nel caso di sieropositività di una persona che aveva subito violenza punto la società ha scoperto di non essere in grado di mantenere la promessa in una società nella quale una donna su quattro sperimenta lo stupro e dopo il 25% della popolazione è portatore di HIV
In Italia, però, le cose stanno diversamente.
C'è una compagnia assicurativa che nel 2010, dopo "una attenta riflessione sul problema e dal tentativo di rispondere a questa grave esigenza sociale" ha dato vita alla prima polizza assicurativa "che si prefigge un duplice obiettivo: dare sostegno a donne e minori che subiscono violenza fisica, sessuale, stalking e fornire uno strumento utile alla società per affrontare un fenomeno che comporta costi socio-economici elevati, sia per le vittime che per le comunità in cui vivono".