Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che istituisce il documento unico di proprietà delle automobili dal primo luglio 2018.
Cosa c'è di nuovo
La nuova "carta di circolazione" sostituirà i due documenti attuali: il certificato di proprietà del veicolo, di competenza dell'Aci, e il libretto di circolazione prodotto dalla Motorizzazione civile, come previsto negli altri Paesi europei. Lo scopo è di ottimizzare i costi di produzione, archiviazione e controllo a carico dell'amministrazione. All'unico documento, inoltre, corrisponderà una tariffa unica, che sostituirà i diritti di Motorizzazione e gli emolumenti per l'iscrizione o la trascrizione di ogni veicolo al Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Manterranno validità le carte di circolazione rilasciate prima del primo luglio 2018.
Come ha funzionato finora
Dal 2002 il ministero dei Trasporti e ACI cooperano per oltre l’80% delle pratiche auto tramite procedure coordinate che facevano si che agenzie private, PRA e uffici della motorizzazione operassero in modo univoco (si tratta dello STA – Sportello Telematico dell’Automobilista).
Allo STA veniva rilasciata in un'unica soluzione la carta di circolazione (il “libretto”) e il certificato di proprietà. Dal 2014 si è cominciato a parlare di un documento unico del veicolo. Nel 2015 ACI ha digitalizzato il proprio documento realizzando il “certificato digitale di proprietà” che, con una “chiave” nella carta di circolazione dà accesso a questi dati per consentire la realizzazione del documento unico. Il progetto dell'Aci è di lasciare solo la carta di circolazione con i dati relativi alla proprietà disponibili e accessibili tramite il PRA, così ha emesso oltre 18 milioni di certificati digitali, tutti basati su questa innovazione e oggi tutti operativi.